24 gennaio 2011

Favole

Siamo alle solite. Dobbiamo anche questa volta raccontarvi una favola, una favola già scritta qualche anno fa, precisamente il 16 agosto 2009. Una favola che torna di attualità e che vuol dare due insegnamenti che non vi sveleremo prima della lettura di alcuni tratti essenziali della stessa.

Ecco alcuni estratti: “Il 21 novembre del 2006, la maggioranza che sostiene ancora il sindaco Zaccaro, bocciò un ordine del giorno presentato dai consiglieri di centrodestra, in merito all’urgenza di adottare un provvedimento di salvaguardia e tutela del sito di Santa Barbara, nonostante sia ritenuto di grande rilevanza sotto il profilo archeologico più di altri. Un sito che, grazie alle indagini storiche e all’ausilio di tecniche particolari come i raggi infrarossi condotte dalla Sovrintendenza e dall’Università di Bari, lascia intendere che sulla collinetta di Santa Barbara a 262 metri di altezza sul livello del mare, ci sia un’acropoli dell’epoca paleocristiana che non esclude, allo stato, una probabile frequentazione anche più antica del sito [...]. Atteso che gli studi condotti confermerebbero la presenza dei resti di una città praticamente intatta, completamente sepolta [...], gli studi condotti dalla sovrintendenza e dall’Università si sarebbero spinti ad ipotizzare che su quella collinetta si possa rinvenire un’intera città come una piccola Pompei [...], l’Università segnalava all’amministrazione passata, dopo un approfondito sopralluogo, la necessità di intervenire nei termini di salvaguardia di un territorio già da tempo deturpato delle proprie bellezze e ricchezze storiche che meritavano sistematiche campagne di scavo archeologico. Una segnalazione che fino ad oggi non ha ricevuto la meritata considerazione, nonostante ci fosse stato riferito che in merito c’era “l’impegno dell’amministrazione comunale”.

Un indifferenza evidenziata anche dall’atteggiamento dimostrato dalla maggioranza che bocciò due ordini del giorno presentati dal centrodestra il 04/11/2005 e il 12/12/2005, con i quali si chiedeva l’istituzione di un “Parco delle querce” che comprende decine e decine di “sepolcri a tumulo” e la tutela e la salvaguardia del sito di Santa Barbara, distanti poche centinaia di metri”. “Una indifferenza ancora più grave se si considera che dal 2006 aspettiamo l’attuazione del progetto elaborato dalla Sovrintendenza nell’ambito del Programma integrato settoriale”.

“Ritenendo di grande rilevanza storico-scientifica approfondire gli studi archeologici nel sito di Santa Barbara, ormai alla mercè della devastazione più totale senza tutela e controllo di nessuno e ritenendo ingiustificata l’indifferenza dimostrata dall’amministrazione per un sito che potrebbe contribuire a rilanciare la nostra città anche dal punto di vista archeologico e turistico, il sottoscritto (e qui per ora cancelliamo il nome)in qualità di Consigliere Comunale, nell’espletamento del proprio mandato di vigilanza e controllo politico amministrativo propone, interpellanza urgente con risposta in aula, affinché l’amministrazione chiarisca quali provvedimenti intende adottare al fine di perseguire la tutela e la salvaguardia del sito di Santa Barbara e del sepolcreto distante poche centinaia di metri in un’area peraltro ricca di querce (Roverella) per il quale venne chiesto l’istituzione di un “parco delle querce; qual è lo stato di avanzamento del progetto che doveva essere redatto in collaborazione con la sovrintendenza, previa sottoposizione dell’area a vincolo archeologico; se a tal proposito è stato avviato il procedimento di adozione del vincolo archeologico per il sito di Santa Barbara e a quale punto sono le procedure inerenti il finanziamento del progetto per l’avviamento della campagna di scavi che vede il cofinanziamento del Comune di Andria di 36.500 euro, nell’ambito del PIS misura 2.1 sezione B”.

Questa favola dimostra due cose: la prima è che un sito archeologico è importante quando si è all’opposizione mentre diventa completamente inesistente quando si diventa forza di governo di una città e quindi che i nostri politici utilizzano argomentazioni importanti solo in maniera strumentale per scopi politici, senza una reale volontà di risolvere un problema.

Secondo, che come al solito questi giochetti di ruolo politici, vanno sempre e solo a danneggiare Andria e gli andriesi. Ma adesso vogliamo svelarvi chi diceva queste cose. Lo scrittore tuttologo dell’epoca che faticava a fermare il proprio fiume di parole e scritti e che ora, stranamente, vive una fase silente della sua carriera politica: l’assessore alle Attività produttive, valorizzazione risorse industriali ed agricole e marketing territoriale, Benedetto Miscioscia.

Non vogliamo concludere questa favola così tristemente, bisogna comunque essere felici, essere ottimisti, perché come dice lo slogan che accompagnava il nostro caro Sindaco, “il cielo è sempre più blu”.

Lista Civica Andria Cinque Stelle