12 ottobre 2009

E io pago...



Quando, qualche mese fa, in occasione della campagna elettorale per le elezioni provinciali, il nostro Sindaco emanò l’ordinanza sindacale n°173, molti tra noi esultarono. L’obiettivo era estremamente nobile: tenere la città pulita e non arrecare alcun possibile danno all’ambiente.

Il problema del rispetto di tale ordinanza si palesò nei giorni successivi alla sua emanazione, al punto che più volte il nostro gruppo richiamò l’attenzione degli amministratori sulla non applicazione della stessa.
Il provvedimento in questione, tra i vari comma, recita testualmente:

2.Altresì è fatto divieto di distribuire volantini, depliants, manifesti, opuscoli pubblicitari o altro materiale pubblicitario sotto le porte di accesso, sugli usci e negli androni delle abitaizoni private, sul parabrezza o lunotto delle autovetture e, comunque, su tutti gli altri tipi di veicoli.

5.La distribuzione di volantini...etc potrà avvenire esclusivamente nelle cassette postali o con consegna diretta a mano nelle abitaizoni private, all'interno dei locali pubblici ed attività commerciali.

Orbene, chiunque legga questo articolo si sarà reso conto di come l''ordinanza non sia stata affatto rispettata dalle aziende che distribuiscono i volantini e, al tempo stesso, di come la Polizia Municipale poco o nulla faccia per arginare questo fenomeno, per il quale, ricordiamolo, la suddetta ordinanza prevede severe sanzioni.

Il fondo, però, probabilmente lo abbiamo toccato in questi giorni. In diverse zone della nostra città, infatti, oltre ai soliti volantini sparsi sparsi qua e là sugli usci delle case, per terra e nelle cassette postali esterne, è magicamente apparso anche un quotidiano nazionale, Libero.

Questo è davvero intollerabile. Tale distribuzione oltre a creare un danno al decoro urbano ed all’ambiente, in realtà arreca un notevole danno al portafogli dei cittadini andriesi e non solo.
Vi starete chiedendo perché.
Cosa differenzia un volantino classico dal quotidiano Libero?
La differenza sta nel fatto che questo giornale in pochi anni è passato da una tiratura (cioè la quantità di copie stampate) di 70.000 copie a 220.000, con un particolare successo nelle regioni del Nord.
Nel Luglio 2006 le statistiche affermavano che Libero era il quotidiano che aveva avuto l'incremento maggiore di vendite in un anno: ben il 37%.
Il dato che manca alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani, però, è che i quotidiani nazionali usufruiscono dei contributi all’editoria, soldi pubblici (NOSTRI) che vengono loro dati, per mantenere una informazione plurale all’interno del nostro Paese.
Nello specifico, Libero dal 2001 è di proprietà del gruppo Angelucci, attivo nel settore della sanità e dell’immobiliare.

Con l'aiuto della banca romana Capitalia, gli Angelucci hanno investito 30 milioni di Euro nel quotidiano, trasformandolo da giornale regionale a giornale nazionale.
Dal 2003 il quotidiano Libero ha ricevuto dallo Stato 5.371.000 euro all’anno come finanziamento agli organi di partito.

Libero era registrato all'epoca come organo del Movimento Monarchico Italiano, poi trasformato in cooperativa per ottenere i contributi per l’editoria elargiti alle testate edite da cooperative di giornalisti, a fine dicembre 2006 diventava una Srl. In seguito è stata creata una fondazione ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) per controllare la S.r.l. e, di conseguenza, il giornale continua a percepire i contributi in quanto edito da fondazione.
Questi contributi, qualche mese fa, sono stati rifinanziati dall’attuale Governo nella misura di 140 milioni di Euro in 2 anni per tutti i quotidiani.

Senza entrare nel merito dell’informazione plurale e dell’informazione stessa, desideriamo far sapere che questi contributi vengono concessi in base alla tiratura e non alle vendite. Questo comporta che i quotidiani siano portati a stampare migliaia di copie che non venderanno mai, ma che noi con le nostre tasse comunque pagheremo loro. Ecco, adesso credo abbiate capito che quel numero di Libero nel vostro porta volantini o sull’uscio della vostra porta in realtà non era una copia omaggio, l’avevate già pagato. Questo vi dovrebbe far capire quanto sia un imbroglio il pagare il giornale all’edicola, in realtà pagato per la seconda volta.

Ma oltre al danno la beffa.
L’andriese è costretto,infatti, a spendere altri soldini per questo quotidiano, come anche per i volantini: i giornali gettati per terra richiedono un servizio di pulizia extra da parte del gestore della pulizia urbana. Per capire di cosa stiamo parlando, Andria spende circa 2 milioni di Euro all’anno per ripulire le sole strade e marciapiedi a causa della estrema inciviltà di alcuni nostri concittadini che gettano di tutto per terra. A questi costi aggiungeteci poi i costi di smaltimento in discarica di questi giornali, che difficilmente vengono riciclati, ed il gioco è fatto.

L’andriese ha pagato il giornale con i contributi all’editoria, con i costi delle pulizie e con i costi in discarica. Cosa vogliamo di più dalla vita?

Noi della Lista Civica Beppe Grillo presenteremo un dossier fotografico alla Polizia Municipale che attesta quanto affermato, cercando di stimolare le istituzioni a compiere il proprio dovere.
Noi vogliamo un Sindaco ed un assessore alla Polizia Municipale, Volpe, che facciano da subito rispettare l'ordinanza sindacale n°173.

Siamo stanchi di pagare e, soprattutto, guardiamo con grande paura ciò che accadrà alle prossime elezioni comunali avendo ancora fresco il ricordo delle provinciali. In fondo, assessore, non le stiamo chiedendo tanto, vogliamo solo il rispetto della legge. Se questo è chiedere troppo…