25 marzo 2013

A volte ritornano

Vi ricordate la richiesta di costruzione della centrale a biomasse nei pressi di Montegrosso, pervenuta al Comune di Andria e bocciata dalla maggioranza? Bene, riponete i festoni e smontiamo tutti gli entusiasmi perché non è finita qui.

Nella votazione in Consiglio comunale del 20 dicembre 2012, la maggioranza consiliare, dopo essersi consultata in fretta e furia sul da farsi e dopo aver portato avanti in 2 anni e mezzo di amministrazione un iter favorevole alla costruzione della centrale, si era espressa per "non ratificare" il progetto. Applausi e acclamazione popolare, mani spellate, inni di gloria al consiglio comunale e al sindaco illuminato.

Purtroppo la stessa maggioranza si ritrova oggi a dover fare i conti con la propria irresponsabilità: il 7 Marzo infatti, è arrivata la sentenza del TAR che ha sospeso l'efficacia della deliberazione comunale poiché priva di motivazioni valide. Fin qui, il Movimento 5 Stelle era stato fra i pochi a dirlo con largo anticipo, senza peraltro scoprire nulla di particolarmente innovativo, visto il modo con cui la giunta aveva portato avanti la vicenda.

A quel Consiglio c'eravamo: l’atteggiamento superficiale con il quale si discuteva era sotto gli occhi di tutti, un'aria di disarmo generale, quasi un impiccio da togliersi quella centrale. Alcuni si ergevano a grandi difensori dell’ambiente richiamando alle proprie responsabilità l’opposizione, che improvvisamente desta dalla sua abituale pennichella, decideva di defilarsi, pur avendo proposto di ritirare e riformulare la deliberazione. Altri invece si improvvisavano professori esperti in materia ambientale tanto da ritenersi favorevoli alla biomassa solo per aver consultato una preziosissima fonte. Di chi si tratta? Un professore universitario? Un'associazione ambientalista? No, “Wikipedia”.

Insomma, stupisce quanto questa maggioranza sia sempre unita e pronta sulle questioni importanti che riguardano la nostra città (sic!). A questo punto, tra le tante domande, sorge quella più importante: chi pagherà i danni?
Una cosa è certa: in un mondo perfetto, l'esercito di avvocati che siedono sugli scranni assessorili avrebbero affrontato la questione con attenzione e serietà, esaminando le carte, consultando esperti e trovando una soluzione che fosse coerente e priva di errori.

Perché poi non è stata chiamata ad esprimersi l'Avvocatura comunale, che avrebbe certamente potuto fornire preziose indicazioni a tutela degli interessi comuni? Altro mistero.

Da un’amministrazione seria, ci si aspetterebbe anche che qualcuno cominciasse ad assumersi le proprie responsabilità di fronte ai cittadini, magari pensando a fare un passo indietro, seguendo più illustri esempi: troppo facile sbandierare con i manifesti i propri risultati elettorali senza tener conto anche di tutti quelli che sono i problemi che investono la nostra città, come la povertà in forte aumento e i disagi delle famiglie. C’è quindi poco da festeggiare e tanto da lavorare. 

La trasparenza in politica fa la differenza. 
Speriamo che il costo di questa lezione non sia a carico dei cittadini.