27 maggio 2010

Le province



Il Bossi che voleva la rivoluzione si è ridotto a difendere le (inutili e costosissime) province. Minaccia la guerra civile:
Bossi: "Alcune province intoccabili. Se tagliano Bergamo è guerra civile".

Il testo definitivo del decreto legge della manovra finanziaria messa a punto dal governo, all'articolo 5 stabilisce che "sono soppresse le province la cui popolazione residente risulti, sulla base delle rilevazioni dell'Istat al 1 gennaio 2009, inferiore a 220 mila abitanti". *

Una goccia (che sa di presa per i fondelli) nell'oceano degli sprechi.
Le province nel loro complesso costano 14 miliardi l'anno, con una media di 160 € l'anno pro-capite (si consiglia in proposito la lettura di questo articolo) . Di questi solo il 22.6% sono investimenti fissi lordi (fonte EURISPES 2008).

A ciò si aggiunge che esse, schiacciate tra regioni e comuni, costitiscono un ulteriore livello burocratico, spesso causa d'inefficenza e d'impedimento per cittadini ed imprese.

Noi di Andria 5 Stelle siamo per l'abolizione di tutte le province (BAT e relativi comportamenti campanilisti compresi), ma non solo; siamo per l'accorpamento dei comuni sotto i 5000 abitanti, l'abolizione delle Grandi Opere Inutili (se non dannose) come il ponte sullo Stretto di Messina da 5 miliardi e la TAV in Val di Susa da 20 miliardi, la cancellazione del parco di macchine blu più esteso del mondo.

Nel marzo 2008, in piena campagna elettorale, a Porta a Porta Berlusconi disse: "Le province sono tutte inutili e fonte di costi per i cittadini. E' pacifico che debbano essere abolite"

Promessa mantenuta?

*Così almeno si leggeva stamattina sui principali quotidiani italiani; poi però, nel tardo pomeriggio, il Presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa tenuta a Parigi per il vertice dell'Ocse ha dichiarato: "Nel decreto non c'è nessun accenno alle Province".
Ripetiamo dunque la domanda: promessa mantenuta?