14 maggio 2012

Open source, il software libero e gratuito

Open source significa, letteralmente, "sorgente aperta". Indica quella categoria di software liberamente modificabili grazie al fatto che i loro stessi autori originari, condividendo il codice "sorgente", permettano a chiunque di manipolarli. Che detto in soldoni vuol dire che il software open source è gratis, non ha vincoli e, se si è capaci, si può modificare. Insomma, è un "software libero e gratuito".

Dai browser alle applicazioni professionali per il video editing, passando per interi sistemi operativi liberi e gratuiti, il mondo dell'open source è in continua espansione ma si scontra continuamente con la scarsa popolarità e la concorrenza dei software a pagamento.

Solo in Italia, ogni anno, la pubblica amministrazione spende quasi 2 miliardi di euro in licenze software. Per non parlare delle spese telefoniche. Tutta roba che potrebbe passare gratuitamente attraverso open source adatti e già utilizzati all'estero. Sia chiaro, non si tratta di un passaggio facile, soprattutto se alla radice manca un buon processo di formazione degli utenti. Certo, corsi, seminari, convention aziendali e aggiornamenti di know-how e personale comportano delle spese ma nel lungo tempo non c'è storia, l'open source fa risparmiare.

I benefici del software libero però non spettano solo alle organizzazioni ma soprattutto ai singoli. Basta pensare che nel prezzo di acquisto di un computer qualunque una buona parte è corrisposta per la licenza del sistema operativo. Invece, da anni circolano liberamente in rete software con alle spalle vaste comunità di programmatori e designers in grado di sfornare prodotti competitivi e performanti. Come Ubuntu, il sistema operativo totalmente open source basato su Linux, per il quale sono disponibili migliaia di applicazioni libere e gratuite, dai browser ai "pacchetti Office" come OpenOffice e LibreOffice. Inoltre, per i più nostalgici, su Ubuntu è possibile avviare anche software elaborati per sistemi operativi differenti ma è sempre consigliabile utilizzare delle alternative open source.

In sostanza, con un po' di pazienza e curiosità si può entrare facilmente nel mondo degli open source che, tra l'altro, vanta altri due vantaggi non trascurabili: l'alta frequenza di aggiornamento dei software, data dalla frenetica attività dei programmatori, e l'alta sicurezza dei sistemi informatici. Non è per niente facile infettare con virus Ubuntu e simili, cosa che invece è all'ordine del giorno con altri sistemi operativi non open source. Chi di voi non ha mai avuto problemi del genere con i software della Microsoft?