L’hanno fatto di nuovo. Il disegno di legge che disciplina il finanziamento pubblico ai partiti viene nuovamente rimandato, alla ricerca di una quadra che ormai è una chimera. Negli occhi di chi non si informa rimarrà la conferenza stampa in cui il premier Enrico Letta annunciava che il finanziamento pubblico ai partiti sarebbe stato diverso, che gli anni delle iniquità etichettate con faciloneria alla voce “costi della democrazia” sarebbero stati un lontano ricordo. E invece no, ci risiamo. Il malloppo fa ancora gola a molti, così com'è.
Il
ddl torna in Commissione Affari Costituzionali, perché non c’è accordo fra i principali azionisti di
questo provvedimento, perché può essere usato come terra di compromesso fra
eventuali nuovi maggiorenti di un prossimo tentativo di governo, perché semplicemente
non ci si può esporre ad emendamenti che l’avrebbero potuto deviare dal binario
su cui sapientemente gli strateghi di PD e PDL intendevano, docilmente,
transitare.
Il
Movimento 5 Stelle ha presentato emendamenti migliorativi, ha provato a fare prima
l’ottimo, poi ha provato quantomeno il giusto, ovvero correggere alcune storture della legge,
come ad esempio l’abbassamento della soglia della detraibilità IRPEF per chi
contribuisce privatamente al bilancio di un partito, senza che questa risulti
una via preferenziale rispetto al contributo ad un’associazione.
Qui
i partiti sono stati non solo sordi, ma anche miopi. Avrebbero potuto trovare
sinergie precedentemente impensabili, avrebbero potuto gettare altro fumo negli
occhi, intestandosi il risultato politico di una legge che noi non
condividiamo, ma che almeno è migliore rispetto all'attuale disciplina.
Invece
no. Peccato che sul sito del Popolo delle Libertà campeggiano ancora le promesse elettorali sottoscritte da tutti i candidati nelle liste del Cavaliere. Al punto 2, fra le altre cose, si legge:
...i nostri candidati si sono impegnati a votare per azzerare il finanziamento pubblico ai partiti, dimezzare il numero dei parlamentari, dimezzare i loro emolumenti...
Non ci sono spazi, non ci sono opportunità. Si torna in commissione, alla
ricerca di futuri accordi fra fratelli coltelli. Noi rappresenteremo gli interessi
dei cittadini, raccontandovi ciò che succede e provando a far saltare il banco
e per ribadire ancora una volta, più forte che in passato, la nostra assoluta
contrarietà al finanziamento pubblico ai partiti.