23 settembre 2014

#Del(i)Rio: cosa prevede la riforma - seconda parte

Come abbiamo visto nella prima parte del nostro approfondimento, le Province rimangono in vita, come restano disponibili le poltrone da dividersi. Ma senza competizione elettorale perché farsi la guerra a vicenda? Meglio mettersi d'accordo e riproporre a livello provinciale le larghe intese nazionali.

Cosa comporta la Delrio, soprattutto con le città metropolitane?
La città metropolitana sarà composta da tre organi: il sindaco metropolitano (che per questa prima elezione sarà il sindaco del comune capoluogo) cui spetterà, tra le altre cose, presiedere il consiglio e la conferenza metropolitana; il consiglio metropolitano che avrà il ruolo di indirizzo, controllo e ratifica di regolamenti e piani, oltre ad avere la facoltà di approvare il bilancio; la conferenza metropolitana, composta dal sindaco metropolitano e dai sindaci dei comuni della città metropolitana, che sarà dotata invece di «poteri propositivi e consultivi».

Come vengono eletti tutti questi soggetti? Per la prima elezione è esclusa ogni partecipazione o indicazione popolare
Infatti il consiglio metropolitano è «eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della città metropolitana» (articolo 1, comma 25). Ad essere eleggibili per il consiglio sono i sindaci e i consiglieri comunali in carica. 

Il voto viene calcolato sulla ponderazione (specificata al comma 37 dell’unico articolo del testo) in relazione alla popolazione complessiva del proprio comune. In base a questo calcolo, il sindaco e il consigliere di un Comune con tanti abitanti avranno con la loro X un peso maggiore nella votazione (dal comma 104 al 141 la legge semplifica e favorisce l’unione e fusioni dei Comuni). 

Nel decreto viene specificato che in tutti questi organi (compreso il ruolo di sindaco metropolitano) l’incarico è «esercitato a titolo gratuito», ma comunque resteranno a carico delle città metropolitane gli oneri connessi con le attività in materia di status degli amministratori, relativi ai permessi retribuiti, agli oneri previdenziali, assistenziali ed assicurativi. Nello statuto, come scritto nel comma 22, potrà essere inserita la possibilità di elezione diretta a suffragio universale del «sindaco metropolitano e del consiglio» (con sistema elettorale approvato da una legge statale). Condizione necessaria però è che il territorio del comune capoluogo sia stato articolato «in più Comuni» (con il conseguente aumento di cariche politiche ndr). Una suddivisione che per essere approvata deve ottenere la maggioranza in un referendum tra tutti i cittadini della città metropolitana. 

Per i dettagli sul voto ponderato e le specificità delle liste, rimandiamo ai commi 25-39.

Per quanto riguarda le funzioni, invece, le città metropolitane acquisteranno le funzioni fondamentali delle province, si occuperanno della pianificazione territoriale generale e della gestione e organizzazione dei servizi pubblici. Ai nuovi enti passano anche il «personale e le risorse strumentali della provincia (…) in tutti i rapporti attivi e passivi».

Come fa notare Gianni Trovati, sul Sole 24 ore, nei bilanci delle Province ci sono 10,3 miliardi di euro di debiti. Più precisamente, insieme ai compiti amministrativi, dovranno spostarsi altre due grandezze: i debiti – appunto – e le società in cui sono presenti le Province. Solo nelle partecipazioni dirette, escludendo cioè quelle di secondo livello partecipate da società provinciali, si contano 850 aziende, che danno lavoro a 57mila persone. «Il passivo più grande – commenta il giornalista – arriverà a Roma, dove i 773 milioni di debito della Provincia apriranno un nuovo capitolo nella già ricca storia dei debiti del Campidoglio». Segue Milano poco oltre i 700 e Torino ben oltre i 500, poi tocca ai 450 milioni di Brescia, poi Cosenza (430 milioni) e Salerno (360). E negli ultimi tre casi, badate bene, parliamo di province che rimarranno province.

Il 15 luglio scorso, con il voto online sul Sistema Operativo del Movimento 5 Stelle, gli iscritti certificati hanno votato perché il Movimento 5 Stelle si presenti con una propria lista, ove possibile, alle elezioni per le città metropolitane.


Dunque, in che misura saranno abolite realmente le provincie? Lo vedremo al prossimo appuntamento.