In una delle ultime sedute di consiglio comunale l'argomento saliente è stato la correzione degli errori esistenti su 2 delle 16 tavole urbanistiche che compongono il piano regolatore della città di Andria, come richiesto dalla Regione Puglia. Dal 1995 a oggi tutte le amministrazioni che si sono succedute non si sono mai affannate per correggere i suddetti errori, ma hanno solo creato una sorta di tavola B che si sovrapponeva alle precedenti senza sostituirla, lasciando quindi spazio a interpretazioni della stessa, invece di delineare le direttive vere e proprie da adottare.
Dopo la votazione del dovuto atto di correzione ci ritroviamo con una terza tavola, con la possibilità di subire altri contenziosi, magari confezionati ad hoc, che la stessa amministrazione comunale ha ammesso nella seduta di consiglio di non poter escludere.
Premesso che l'attuale assessore all'Urbanistica ha trascorso un quindicennio nell'ufficio tecnico in qualità di collaboratore, noi del Movimento 5 Stelle di Andria ci chiediamo perché anche l'attuale amministrazione, pur storicamente conscia del problema, non si è mai spesa per far chiarezza sul piano regolatore mentre era all'opposizione? Quali sono ora le “intenzioni urbanistiche” per il futuro della nostra città?
Noi crediamo che sia legittimo andare nella direzione della ristrutturazione e del recupero del territorio martirizzato dall'abusivismo, troppo spesso tollerato dalle precedenti amministrazioni, che nei fatti hanno offerto un assist invitantissimo all'attuale giunta mettendola nelle ipotetiche condizioni di mantenere, per la prima volta da quando si sono insediati, la promessa ostentata a oltranza in campagna elettorale, cioè “Andria cambia”.
Infatti per fare qualcosa di diverso basterebbe che il sindaco e i suoi assessori agissero sulla valorizzazione dell'esistente che darebbe lavoro e prospettive a molti in un periodo economicamente difficile, tenuto conto statisticamente abbiamo già un appartamento per ogni cittadino andriese, è necessario fermare la cementificazione selvaggia per non favorire le lobby del cemento che divorerebbero altro territorio.
Si potrebbero utilizzare normative regionali esistenti che prevedono incentivi anche da parte dei comuni, per costruzioni fatte con criteri di sostenibilità, come da "Andria Cinque Stelle" proposto già a partire dall’ultima elezione comunale e puntualmente inascoltata da parte di un'amministrazione troppo intenta a investire i soldi degli andriesi in feste, concerti e carnevali che sembrano volte più a tener buono l'elettorato che a soddisfare le reali esigenze di una città bisognosa, tra l'altro, di educazione civica, cultura autentica e di una amministrazione che la renda più pulita, più sicura e quindi più vivibile.
Si fugherebbero così i sospetti di poter rivedere nel futuro di Andria, alcuni fotogrammi dello storico ed emblematico film degli anni 60 di Francesco Rosi “Le mani sulla città”, così come evocato dall'opposizione in consiglio comunale, laddove taluni sembrano dimenticare di essere stati maggioranza fino a 2 anni fa.
Infine ci rivolgiamo al sindaco: se egli reputa di stare operando con piena ragione a correzione di inadempienze urbanistiche del passato, come ripetutamente afferma, perché continua a sottrarsi ad un pubblico confronto con l'ex sindaco Zaccaro?
Sarebbe un esempio di civiltà e trasparenza di cui Andria potrà essere solo grata e che darebbe a noi del Movimento 5 Stelle e ai cittadini tutti la possibilità di attribuire, con maggiore cognizione di causa, meriti e responsabilità e di azzerare completamente il legittimo dubbio che si vada ad attuare una variante urbanistica al solo fine di valorizzare i terreni di proprietà di parenti, amici e prestanome, al solo fine di consolidare il proprio bacino elettorale a scapito del futuro di tutta la città.