8 maggio 2013

L'assessore, le maglie e l'inchiostro simpatico

Ci mettiamo spesso nei panni di impiegati comunali e collaboratori che a vario titolo si avvicinano al lavoro dell'amministrazione comunale di Andria. Alle volte capita addirittura di ridere (per non piangere) per la tragicomica resa della razionalità al caos più totale. È il caso di quanto è successo per la proposta di deliberazione di Consiglio comunale sulla "Attuazione delle maglie di PRG mediante comparti d'intervento (UMI)".

Riepiloghiamo le fasi salienti: l'assessore Di Noia porta in Consiglio comunale l'annosa questione delle UMI (unità minime d'intervento) e con determinazione e fermezza cerca di portare a casa il risultato, ovvero recuperare dalle aree d'espansione - zone C ovvero zone agricole - intorno alla città, opportune (ed ulteriori) aree dove costruire. Non sanno gli ignari consiglieri di maggioranza ed opposizione che l'assessore vive un difficile momento: un gruppo di coraggiosi capitani dell'amministrazione comunale ha scritto, cancellato, riscritto, ricancellato, quello che doveva essere un regolamento, che poi è diventato “linee guida”, infine “indirizzi generali”. Acque confuse, acque pericolose. C'è il capitano con la penna rossa, quella con la penna gialla, quello con la penna azzurra. E le penne scrivono, riscrivono, sottolineano, sbarrano. Ci si affanna alla ricerca della quadra e intanto il regolamento diventa un rombo, un cerchio, un triangolo, a seconda della penna che detta la linea. Tutto, pur di sbrigare questa fondamentale questione delle UMI. Al punto che l'argomento viene portato in tutta fretta in Consiglio, in un ordine del giorno già insolitamente impegnativo.

Forse si teme una debacle come quella sulla centrale a biomasse, che lascia strascichi politici ancora visibili (ed altri verranno). Forse le numerose penne intervenute avevano fretta, forse le polemiche politiche sull'argomento dovevano essere superate celermente, perché presto l'attenzione deve calare sull'argomento.

In realtà restano due prove politiche, che portano ad altrettante valutazioni. La prima, il parere dell'avvocatura comunale che questa volta è stata coinvolta, a differenza del tema delle biomasse, come già vi avevamo raccontato. Lo scorso 21 Marzo, infatti, sul tema delle UMI, l'Avvocatura evidenzia che
purtroppo, ogni ulteriore valutazione deve essere sospesa in considerazione della invero cospicua stratificazione testuale che caratterizza quella proposta e rende, allo stato dell'arte, difficile disporre di un testo organico e compiuto sul quale esprimere una valutazione complessiva
e ancora 
si deve sospendere ogni giudizio sul testo trasmesso, rinviando ad un momento successivo ogni valutazione, con l'auspicio di avere a disposizione un testo completo e organico e, soprattutto, finale. 
La seconda, l'idea che l'amministrazione mantiene dello sviluppo della nostra città. Uno sviluppo esclusivamente edilizio, cemento e asfalto. Altri territori strappati all'agricoltura, come se i nostri concittadini abbiano bisogno di nuove costruzioni, di nuovi edifici sfitti, di nuovi appartamenti che nessuno può permettersi. Come se le priorità fossero queste e non come trovare nello scarno bilancio familiare qualche soldo per pagarsi l'IMU o la TARSU, sperando che l'amministrazione comunale andriese intenda adeguarsi alle fanfare del PDL.

Ironia della sorte, il provvedimento sulle UMI è stato discusso nella stessa seduta in cui si è approvato un piano per abbattere i livelli di anidride carbonica in città. Strappare suoli all'agricoltura, per abbattere i livelli di Co2. La coerenza non abita più qui.