1 maggio 2013

Primo Maggio

Primo maggio, festa dei lavoratori. Non so se intendere questa giornata come festa o lutto nazionale. Cosa dovremmo festeggiare?

Precariato, lavoro gratuito con la promessa di uno sbocco professionale, mesi di stage, retribuzioni basse e per giunta in nero. Mancanza di esperienza o troppa esperienza, buona presenza, automunito, a provvigione. Le faremo sapere, valuteremo.

Il lavoro è diventato un muro, un problema serio, non una risorsa. Studiamo tutta una vita per qualcosa di meglio e gratificante, prendiamo lauree e master per finire col fare i camerieri, e magari senza contributi.

Penso a quei padri che perdono il posto e che non possono più provvedere ai bisogni della propria famiglia, che arrivano nei casi più disperati al suicidio, perché oltre alla beffa del lavoro perso, si unisce anche un regime fiscale che ti schiaccia e che ti toglie ogni briciola di dignità.

Casa Accoglienza ad Andria ormai conta più andriesi che migranti, ed è forse questo il peggiore segnale che possiamo vedere. Nel 2012 sono stati serviti oltre 200mila pasti e per esperienza diretta, la maggior parte degli ospiti sono concittadini.

Come possiamo quindi festeggiare i lavoratori se lavoro non ce n'è? Come ha già detto qualcuno, in questa festa dei lavoratori dobbiamo fare silenzio. Lo dobbiamo a noi stessi e tutti quelli che vivono situazioni delicate, che non vedono più un futuro e un barlume di speranza.

Valerio Guglielmi