Nella
notte tra il 28 e 29 luglio è stato trasportato del materiale sospetto dalla
Itrec, situata nella zona Enea-Trisaia di Rotondella (Matera), fino
all'aeroporto militare di Gioia del Colle. Il trasporto sarebbe avvenuto
attraverso la statale 106 jonica, dove un convoglio scortato da circa 300 unità
tra carabinieri, polizia e guardia di finanza ha trasferito il “non meglio
precisato carico”.
“Tutto
ciò è accaduto ad insaputa della popolazione – dichiarano i portavoce pugliesi
del MoVimento 5 Stelle in Camera e Senato – È ingiustificabile che, a più di 24
ore dall'uscita delle notizia, il Governatore della Puglia Nichi Vendola non
abbia ancora chiarito l’accaduto ai cittadini pugliesi e non abbia ufficialmente
richiesto spiegazioni al Governo nazionale!
Evidentemente il leader di Sinistra
Ecologia e Libertà preferisce nascondersi dietro imbarazzanti silenzi invece di
pretendere a gran voce dal Governo la verità e tranquillizzare, così, gli
abitanti della zona”.
Alla
luce degli ultimi aggiornamenti sulla vicenda, le immediate interrogazioni
presentate sia alla Camera sia al Senato dal MoVimento 5 Stelle hanno colto nel
segno. Si tratta, infatti, delle 84 barre di uranio - torio presenti nel Centro
di Rotondella che, tra il 1969 ed il 1971, ai sensi di un accordo mai
ratificato dal Parlamento italiano, giunsero dal reattore di Elk River, nel
Minnesota, all'allora Cnen, oggi Itrec. Barre di uranio - torio che hanno
impedito, per la loro pericolosità, ogni ipotesi di trasformazione della
struttura in un centro universitario di studi e ricerca.
“Se
il trasferimento di materiali ha riguardato sostanze radioattive – dichiarano i
parlamentari pugliesi M5S – non può essere ignorato il rischio grave che sia
avvenuta una perdita importante di acque contaminate dalle piscine che
raffreddano le barre di Elk River. È da tempo che i cittadini lucani e
calabresi chiedono di essere informati sui rischi che la struttura di
stoccaggio può generare soprattutto in relazione alla facilità con cui si
propagherebbe un’eventuale contaminazione radioattiva. In questa occasione non
è stata rispettata alcuna norma delle direttive Euratom nel contesto della
pianificazione dei trasferimenti di materiali avvenuti nel centro Itec”.