Si
sono appena concluse le indagini preliminari dell’inchiesta “Ambiente Svenduto”
da parte della Procura di Taranto. Sono 53 gli indagati, tra cui il presidente
della Regione Puglia Vendola (Sel).
“Ovviamente,
fino a quando non ci saranno i tre gradi di giudizio, la presunzione
d’innocenza è d’obbligo – dichiarano deputati e senatori
pugliesi del M5S – ma è necessario assumere la responsabilità
politica di questa situazione imbarazzante. Ricordiamo che i soggetti oggi
indagati a diverso titolo incidono ancora sul territorio, rilasciando
autorizzazioni a discariche, inceneritori, cementifici, raffinerie, centrali
elettriche. Ma soprattutto hanno la possibilità di influenzare la gestione
delle bonifiche dove gli insufficienti, benché “ghiotti”, 119 milioni di euro
stanziati, verranno spesi senza che le fonti inquinanti siano fermate, senza
alcun controllo popolare nonché con grandi zone di ombra nella determinazione
delle decisioni da intraprendere".
Questa classe politica, racchiusa nel
topico Governo delle “larghe intese”, ha bocciato e continuerà a bocciare ogni
proposta dei cittadini tarantini. Dall'esenzione del ticket sanitario per gli
abitanti entro i 20 km dal polo industriale a spese dell'Ilva al piano
industriale che preveda anche ipotesi impiantistiche per una chiusura dell’area
a caldo temporanea o definitiva nonché tecnologie di produzione dell’acciaio
alternative agli inquinanti altiforni e cokerie con minor impatto ambientale,
dall'obbligo di riesaminare l’AIA in merito agli esiti della “Valutazione del
danno Sanitario” al blocco degli slittamenti degli interventi rispetto ai tempi
previsti dall'AIA, dal divieto di nomina a Commissario a chi è stato componente
degli organi amministrativi o abbia collaborato con l’azienda alla stipula di
garanzie fideiussorie a tutela dell’ambiente e dei lavoratori sino all'ordine
di priorità degli interventi ovvero bonifiche, prevenzione sanitaria, pagamento
sanzioni, tutela dei crediti dei lavoratori e delle forniture e poi gli
istituiti di credito.
Tutte
queste proposte portate in Parlamento sono state respinte e rigettate dalla
coalizione PD-PDL e Scelta Civica. "Risulta evidente – concludono i
parlamentari pugliesi del MoVimento 5 Stelle – l’abbandono
delle istituzioni in un territorio come Taranto dove il diritto alla salute,
noto a cittadini e amministratori, è stato ignorato dagli enti di vigilanza. A
questa evidenza viene finalmente data risposta: una risposta attesa da decenni
e che è sempre stata nascosta o mascherata dagli stessi responsabili che si
ritenevano i difensori dell’ambiente e dei cittadini”.