12 novembre 2013

Monte Monnezza


In aperta campagna, in zona santa Maria dei Miracoli in contrada S. Nicola la Guardia, a ridosso di coltivazioni, si può scorgere una montagna. La sua formazione non ha impiegato milioni di anni bensì è avvenuta in tempi brevi. Visibile da molto lontano (persino dallo spazio!) popolato da una colonia impressionante di gabbiani, si erge quello che abbiamo chiamato "Monte Monnezza".

Non serve un geologo per capire come sia avvenuta questa crescita così veloce, non serve pensare ad un miracolo anche se Andria è città della Madonna, perché avvicinandosi quel tanto che basta si scorge la spazzatura. Parliamo della discarica che raccoglie i rifiuti che noi produciamo (non solo andriesi) e che rimarranno li come regalo alle generazioni future. Sono migliaia di tonnellate di materiale che finiscono sotto terra, ammucchiati a cielo aperto.
Purtroppo la triste constatazione è che dopo anni di procedure (soprattutto in provincia) non si riesca a proseguire con l'impianto di biostabilizzazione, perché si preferisce far crescere montagne di rifiuti e correre il rischio che possa inquinare, passando dal consumatore all'utilizzatore finale, la terra.

L'impianto, con annessa discarica di soccorso, garantirebbe quindi un'ulteriore selezione dell'indifferenziato con abbattimento della produzione di percolato e biogas.
Per questo ci chiediamo come mai non vi sia ancora un impianto di biostabilizzazione.

La discarica di Andria spesso si trova a dover accogliere le varie emergenze pugliesi e quindi rifiuti di altre città e l'amministrazione avrebbe forti motivazioni per chiedere finanziamenti alla regione che avrebbero aiutato a migliorare la situazione. Inoltre si potrebbe costruire anche un impianto di compostaggio per l'umido, finanziato dalla stessa regione come risarcimento ambientale, avendo vantaggi come il risparmio sul conferimento dell'organico, che oggi avviene tramite un impianto privato di Modugno con costi molto elevati (circa il doppio del conferimento a discarica) per i cittadini e, con i soldi risparmiati, si può creare occupazione nell'impianto stesso.

Ricordiamoci che la salute dei cittadini dipende anche dalle scelte politiche dei nostri amministratori, ed in questo caso come sempre dovrebbe essere il buon senso ed il bene comune, dovrebbero indicare la direzione giusta da seguire.

Dovremmo iniziare a pensare che il rifiuto non è un problema ma è una risorsa, non solo per una ditta privata che incassa i guadagni di tutto il materiale riciclato, ma soprattutto per i cittadini che si adoperano affinché la raccolta differenziata abbia successo.

Anche la normativa europea prevede che i cittadini vengano premiati se partecipano a differenziare. La domanda quindi è d'obbligo: Andria è in Europa?

#dilloalSindaco