19 dicembre 2013

Sindaco, si dimetta!

Dopo gli ultimi avvenimenti della settimana scorsa e in vista di ulteriori sviluppi, è opportuno chiarire come mai il Movimento 5 Stelle di Andria non si sia ancora espresso sui recenti fatti di cronaca locale e giudiziaria. Ve lo spieghiamo.

Abbiamo ritenuto necessario attendere i primi rilievi della magistratura e che in città tornasse un minimo di tranquillità, poiché non sarebbe stato responsabile né soffiare sul fuoco né strumentalizzare le agitazioni in atto. Avremmo potuto cavalcare le rivendicazioni della piazza, come hanno goffamente provato a fare alcuni mestieranti della politica locale, in passato addirittura schieratisi politicamente con chi oggi contestano. Non si può pensare di fare una legittima critica politica mettendo insieme le famiglie che in questo momento soffrono la crisi con chi voleva approfittare di un momento di disagio per lasciarsi andare ad intimidazioni e atti di violenza inaccettabili, da cui prendiamo nettamente le distanze.

La risposta dell'amministrazione comunale, però, è stata disarmante per la sua inettitudine. Andiamo con ordine: con deliberazione di consiglio numero 50 del 28/11/2013, questa amministrazione comunale aveva clamorosamente aumentato l'IMU sulla prima casa dal 4 al 6 per mille, salvo poi fare una nuova deliberazione, pochi giorni dopo la prima, per ritornare indietro. Perché la maggioranza non ha voluto ammettere l'aumento? A che scopo è stato fatto? Forse perché, come spiegava il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo (Forza Italia), c'è stato qualche sindaco "furbetto" che ha provato ad aumentare l'IMU pensando di ottenere maggiori rimborsi dal governo? Egregio sindaco, aveva dunque pronti due bilanci? Ora che è tornato indietro al 4 per mille, cosa ha tagliato fra le spese per far quadrare i conti? La sua reticenza dimostra la qualità della gestione economica da Lei avviata. Deficitaria.

E che dire della sua gestione dell'ordine pubblico in questi giorni difficili? Lei, signor sindaco, è stato a dir poco tardivo nella reazione. Ha preferito affidarsi ad un comunicato stampa ad opera della sua costosa squadra di agiografi come unico argine ai disordini, per giunta al secondo giorno delle proteste. Lei è il primo punto di riferimento della città e avrebbe dovuto già intervenire dalla mattina del primo giorno, consentendo a coloro che volevano manifestare civilmente di farlo e a coloro che intendevano lavorare di poter raggiungere e avviare le proprie attività. Siamo rimasti sconcertati dal suo intervento in Viale Crispi, nel confronto con i manifestanti. Abbiamo scoperto che Lei ha un animo grillino. Ha inveito contro i mestieranti della politica. Quando comincerà ad inveire contro i condannati che ammorbano l'attuale classe politica? Appena si deciderà, le ricordiamo di inviare una missiva in tal senso al suo capo partito, noto delinquente evasore nonché promotore della sua candidatura a sindaco.

E che dire della sua improvvisata crociata per uscire dall'euro? Certo, lei si è portato avanti col lavoro, dribblando sapientemente ogni possibilità di finanziamento europeo che poteva avvantaggiare la nostra città. Noi abbiamo sollecitato al Ministero dell'Economia l'attuazione delle Zone Franche Urbane, per dare un segnale concreto ed immediato a chi ha vuole fare impresa e creare lavoro. Lei invece ha perso la bussola: ha dato la colpa a Bruxelles, ha dato la colpa al governo nazionale, quasi come se la medicina ad ogni problema fosse una manifestazione, da fare a Roma, però, non qui ad Andria, non nel suo giardino. Eppure la nostra città spende per tutte le attività produttive circa un quarto di quello che impiega per feste e concerti.

Potremmo fermarci qui e Lei avrebbe già sufficienti motivi per dimettersi. Ma è successo dell'altro.

L'arresto dell'assessore all'ambiente, Francesco Lotito, è un'onta che è impossibile da ignorare. Al netto di eventuali ulteriori responsabilità penali di altre persone, la delega affidata all'ormai ex assessore rientrava nel suo potere di nomina. Perché aspettare le dimissioni di chi ormai era compromesso anziché revocare immediatamente l'incarico e salvaguardare l'onore della città? Lei politicamente deve rispondere in tutto e per tutto delle azioni compiute da un componente della sua giunta. Lei, tra l'altro, si è speso in prima persona in Consiglio comunale in difesa dell'appalto e del suo assessore, tentando di arginare, aggiungeremmo in modo non esaustivo, i numerosi e puntuali rilievi che nel tempo sono stati fatti e che sono ancora attuali ed irrisolti. Vorremmo sapere quale sarà il comportamento dell'amministrazione comunale, alla luce delle ultime notizie, per quanto riguarda le assunzioni seguite con attenzione dagli inquirenti? E meno male che in questi mesi il Movimento 5 Stelle ha sottolineato più di una criticità dell'appalto. Avreste potuto accogliere i nostri consigli invece che trattarci da "mocciosetti". A questo punto, a maggior garanzia di chi si dichiara estraneo a qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, non sarebbe opportuno considerare la risoluzione di quel contratto da 90 milioni di euro, aggiudicato con lo 0,42% di ribasso, con una gara alla quale partecipò una sola azienda?

La scelta di chiamare in causa l'onorevole Fucci al settore Ambiente sembra comunque una mossa disperata, tutto l'opposto del sangue freddo dimostrato e della determinazione promessa nella campagna elettorale del 2010. La domanda sorge spontanea: si ha più bisogno delle competenze o di immunità parlamentari? Tra l'altro, l'on. Fucci non aveva già la delega alla sicurezza fra le sue responsabilità? E su quel fronte, alla luce di quanto avvenuto, non ci sarebbe da fare qualche rilievo, soprattutto in ragione dei disordini di questi giorni? Non sarebbero già opportune le sue dimissioni da delegato alla sicurezza, prima ancora di ricevere la delega all'ambiente? Come riuscirà a gestire i suoi numerosi impegni parlamentari e il suo incarico assessorile? Si dedicherà alla città nel fine settimana?

Egregio sindaco, l'inchiesta di Monza, che non sembra essere finita, pare aver scoperchiato un sistema che coinvolge amministrazioni locali di quattro regioni e un clan mafioso, con un giro di appalti stimati in 260 milioni di euro complessivi, di cui 14 milioni destinati alle tangenti. Gli inquirenti parlano di indagini non ancora concluse. Le notizie che arrivano sono scioccanti. A Lei che è esperto di diritto, chiediamo un'opinione: in generale, a quale grado di giudizio, a quanti arresti, a quanti indagati, Lei ritiene si debba giungere affinché vi siano i presupposti per sciogliere un'amministrazione pubblica?

La protesta di questi giorni ci fa riflettere sull'assenza di responsabilità e trasparenza della politica davanti ai cittadini. A proposito di trasparenza sin dal primo momento gli andriesi conoscono i nomi dei collaboratori del nostro portavoce parlamentare, scelti per competenze senza dimenticare l'importanza del rapporto fiduciario, la stessa fiducia che siamo certi di riporre in uomini e donne che frequentano la stazione di Roma Termini solo di passaggio e "senza buste della Coin in mano"!


Servono atti coraggiosi ed esemplari. Signor Sindaco, faccia un gesto rispettoso verso la sua città e verso se stesso: si dimetta.