19 aprile 2012

I giovani non devono interessarsi alla politica. Dei partiti

Tempo fa bacchettai una parte di giovani: «stupidi?», «vittime?», «disinteromertosi?». Ci ho ripensato, avevo torto. I giovani fanno non bene ma benissimo a non interessarsi alla politica. Almeno a quella conosciuta fino ad oggi. Quella con la "p" minuscola, quella dei partiti.

I giovani non devono interessarsi alle tangenti, ai tesorieri, agli avvisi di garanzia, ai «non mettiamo le mani nelle tasche degli italiani» ma lo facciamo comunque con la truffa dei rimborsi elettorali.

Non devono interessarsi ai faccendieri, ai rapporti con la mafia e con certa stampa, ai brogli elettorali, alle tessere zombie, alle poltrone, ai Casini dei Razzi e degli Scilipoti e alla loro maLavitola.

I giovani non devono interessarsi alle idiozie sulla Padania, alle escort sul letto di Putin, alle poesie degli indagati, ai soldi in Tanzania, ai diamanti del Trota.

State alla larga dalla feccia dei partiti. Pdl, Pd (meno "l"), Udc, Lega Lord e compagni sono tra le cause del disastro italiano peggiore più del secondo dopoguerra.

Prestate orecchio alla Politica dei cittadini, con la "P" maiuscola, al citizen journalism, alla democrazia partecipativa, alla cittadinanza attiva.

Lasciate perdere le carcasse più che defunte dei "partiti", parola che usata come aggettivo rende meglio l'idea. La crisi l'hanno creata loro. La crisi sono loro. L'antidoto? I cittadini, i giovani.