3 febbraio 2014

Decreto Imu - Bankitalia: ignoranza, malafede o entrambe?

In seguito all'articolo di Raffaella Cascioli, apparso sul quotidiano Europa, diretto da Stefano Menichini, il cittadino portavoce al Senato per il Movimento 5 Stelle, Giuseppe Vacciano, ha voluto rispondere sulle presunte bugie che secondo la giornalista di Europa il Movimento 5 Stelle avrebbe detto sulla conversione in legge del decreto IMU - BankitaliaVediamo insieme queste "bugie".

La Banca d'Italia deve restare pubblica? Falso, aveva già capitale privato. Il Movimento 5 Stelle l'ha sempre detto ed è proprio questo il problema. Peccato che nello stesso articolo la giornalista smentisca se stessa quando dice che "il capitale della Banca d’Italia era già prima del decreto nelle mani dei privati, ovvero delle banche che un tempo, quando Grillo si guadagnava di che vivere come comico, erano pubbliche mentre ora sono private". 

Quindi di cosa stiamo parlando? 
Di un decreto che istituzionalizza un errore della legge Amato? 
Complimenti per l'ottima analisi.

È stato fatto un regalo alle banche? Secondo la giornalista, il governo ha coperto l'abolizione della seconda rata Imu, obbligando poi le banche a pagare un extragettito sulla rivalutazione delle quote. Falso! La copertura prevista dall'articolo 8 del decreto è data dal maggiore introito generato dall'articolo 2 dello stesso, ovvero maggiorazioni di imposte una tantum a banche, assicurazioni e alla stessa Banca d'Italia. Peccato, però, che poi lo stesso articolo 2 preveda una clausola di salvaguardia che prospetta aumenti di accise, nonché degli acconti IRES e IRAP, per tutti!

E qui la fantasia supera la realtà quando si legge nello stesso articolo il passaggio seguente: "Non solo, se si considera che con il decreto Imu-Bankitalia – e questo è uno dei motivi della singolare commistione di temi in un unico provvedimento – l’abolizione della seconda rata Imu 2013 per la prima casa è stata finanziata portando a quasi il 130% l’acconto Ires e Irap versato a fine anno per banche e assicurazioni è difficile pensare che agli istituti di credito sia stato fatto un regalo". 

Quindi la tesi quale sarebbe? Per ripagare il sacrificio una tantum delle banche è giusto fare una marchetta da 7,5 miliardi subito, prevedere per le stesse maggiori da qui all'eternità, prevedere che BankItalia ricompri le proprie quote in assenza di mercato (cioè quasi sicuramente), erogando circa 4 miliardi alle sole Banca Intesa e Gruppo Unicredit. Magari sarebbe stato meglio non far pagare nemmeno l'imposta sostitutiva sui miliardi regalati.

Perché no? In Italia stiamo talmente bene che possiamo permetterci un regalo alle povere banche, no? E visto che ci siamo, quando in un recente provvedimento le coperture sono state trovate alzando gli acconti di imposta a tutte le imprese e i cittadini, in cambio cosa è stato dato?

Le riserve della Banca sono dello Stato? La tesi dell'articolo è che sia di via Nazionale, ovvero della Banca d'Italia, quindi non propriamente dello Stato italiano. Questo tecnicamente è vero, ma basta leggere questa pagina per comprendere sia la natura "burocratica" della proprietà, sia l'uso che la Banca d'Italia può fare di tali riserve, ovvero per scopi collegati alla vita economica dello Stato, nell'interesse di tutti. Certamente la banca non può disporre liberamente di tali riserve nazionali (chissà perché si chiamano così?) o giocarsele a poker.

Ma forse la giornalista non ha ben chiaro di cosa stiamo parlando giacché riesce a concentrare due inesattezze in una frase: "ed allora i 7,5 miliardi utilizzati per la rivalutazione delle quote di Bankitalia rispetto ai valori di mercato presi dalle riserve auree della Banca d’Italia sono della Banca d’Italia e non dello stato italiano. Via Nazionale prende dalle sue riserve come una qualsiasi altra società per aumentare il capitale, non i soldi degli italiani."

Qui serve fare un po' di chiarezza. Bankitalia prende i soldi dalle riserve statutarie e quest'ultime, per varie ragioni, anche se indirettamente, possono essere considerati soldi dei cittadini. Certo, se poi iniziamo a considerare la nostra banca centrale come una "qualsiasi altra società per aumentare il capitale", allora siamo proprio messi bene.

Complimenti per la precisa informazione fornita da questo capolavoro del giornalismo italiano. 

Giuseppe Vacciano
Cittadino portavoce M5S Senato