2 giugno 2012

Andria, rifiuti: a proposito dell'impianto di compostaggio

Durante uno degli ultimi consigli comunali di Andria si è discusso della costruzione e approvazione di un impianto di biocompostaggio. Questo impianto permette di trasformare la forsu, cioè la frazione umida dei rifiuti solidi urbani (scarti di cibo) e gli scarti di produzione agricola e industriale biodegradabili (fogliame, sterco, sterpaglia, rami di potature, scarti alimentari) in terriccio, o compost, e concime per il commercio, in grandi volumi.

Quando si parla di rifiuti però, chissà perché non esce mai qualcosa di definito e ben fatto da quest’amministrazione. Eppure, i discorsi fatti dal sindaco a riguardo sembravano molto promettenti. Parlava di una raccolta porta a porta che avrebbe assicurato una differenziata del 65%.

È passato più di un anno ma fino ad ora il risultato è stato solo un aumento della tassa sui rifiuti (tarsu) mentre il servizio di raccolta sta sempre più ritardando, nonostante la tassa sia aumentata nel 2011 e si prevede un ulteriore aumento nell'anno in corso. Non si è ancora visto nulla, anzi, le nostre strade sono sempre piene di rifiuti e i cassonetti giacciono in pessimo stato. Senza parlare poi dei cartoni che vengono raccolti molto a stento e che invadono i marciapiedi e le strade rappresentando anche un pericolo per i veicoli.

L'idea di costruire un impianto di compostaggio proviene dall'Ambito territoriale ottimale (Ato) cioè il soggetto istituzionale il cui principale obiettivo è quello di realizzare un sistema integrato ed unitario di gestione del servizio d'igiene urbana, secondo criteri di efficienza, efficacia e economicità. Gli ambiti territoriali ottimali sono individuati nelle province.

Per intraprendere la raccolta porta a porta dell'umido e chiudere il ciclo di questi rifiuti è necessario questo tipo di impianto.

Il fatto stesso che si inizia parlare di costruzione dell’impianto di compostaggio solo ora, a distanza di un anno dal bando di raccolta, fa pensare che se l’attività iniziasse tra qualche mese l'impianto per accogliere l'umido raccolto non sarebbe logicamente pronto. A questo punto la domanda nasce spontanea: dove verranno accumulati i rifiuti raccolti e a cosa sarà servito il lavoro di ogni singolo cittadino?

La soluzione più logica (se la logica fa parte di questa amministrazione) sarà quella di spedire l’umido raccolto all'unico impianto nelle vicinanze per il compostaggio, alla Tersan Puglia di Modugno. Ma comporterà un ulteriore spesa per il trasporto. Chi ci rimette quindi? Noi contribuenti.

Inoltre, anche i nostri vicini vogliono un impianto di questo tipo. A fine marzo si è discusso dello stesso argomento nel consiglio comunale di Barletta.

Costruirne due di impianti a poca distanza sarebbe uno spreco di soldi visto che uno solo ne basterebbe per tutta la provincia. E la nostra amata amministrazione, invece di accordarsi con il comune vicino, mette all’ordine del giorno un proprio impianto. Da questo cosa ne deriva? Si potrebbe pensare a un campanilismo politico.

Si può sicuramente evitare uno scontro politico fra le due parti visto che è avvenuto gia in passato per altri argomenti, come la provincia Bat, e decidere insieme dove è meglio costruire un unico impianto.

Secondo il regolamento Ato la decisione per la costruzione di un impianto spetterebbe al commissario dell’ente che non a caso è proprio il nostro sindaco e vice presidente della Bat, Nicola Giorgino (Pdl). Ma a quanto pare questa responsabilità, per ragioni ignote, non se l'è voluta assumere.

In teoria, la soluzione migliore per l'ubicazione dell'impianto sarebbe proprio Andria. La costruzione dell’impianto a pochi metri dalla discarica e distante dai centri abitati ridurrebbe i costi per lo smaltimento degli scarti di lavorazione del compostaggio, senza l'ausilio di altri mezzi e quindi spese aggiuntive.

Siamo ansiosi di vedere come andrà a finire e come verranno usati ancora una volta i nostri soldi.

Ascolta questo articolo