Un giorno accetta
l'offerta di una grande azienda locale che produce bicchieri. Decide
di impegnarsi seriamente: studia, allaccia rapporti, stringe mani
pulite e mani sporche, convinto che per raggiungere il suo obiettivo
debba fare dei passi difficili. I bicchieri, si sa, richiedono pazienza e competenza. Un giorno,
dopo tanti anni come manager, diventa presidente della
grande azienda locale che fa i bicchieri. Le mani pulite gradualmente
si defilano, le mani sporche chiedono il loro tributo, ma il giovane
manager diventato presidente della grande azienda locale che fa i
bicchieri decide che no, non può dar ragione alle mani sporche. Così
cerca qualche mano pulita in più e anche qualche mano meno sporca
delle altre. C'è chi vuole fare il bicchiere quadrato, chi vuole
farlo tondo, lui vuole fare un buon bicchiere, scontentando così chi lo
vuole quadrato e chi lo vuole tondo.
Le mani pulite e le mani meno sporche gli stanno vicino, all'inizio, ma poi si allontanano sempre più affrante, perché nella grande azienda locale che fa i bicchieri non si possono fare buoni bicchieri, ma solo bicchieri tondi o bicchieri quadrati.
Le mani pulite e le mani meno sporche gli stanno vicino, all'inizio, ma poi si allontanano sempre più affrante, perché nella grande azienda locale che fa i bicchieri non si possono fare buoni bicchieri, ma solo bicchieri tondi o bicchieri quadrati.
Il giovane manager
diventato presidente viene allora avvertito con un ultimatum: o fai i
bicchieri tondi o li fai quadrati. Altrimenti, le mani sporche si
arrabbiano, altrimenti ti licenziamo, gli dicono.
Così il giovane manager
diventato presidente vacilla. Il ragioniere della grande azienda
locale che fa i bicchieri lo avvisa che presto non ci saranno più
soldi per fare i bicchieri, tondi o quadrati che siano. Il giovane
presidente chiede al ragioniere se ci saranno soldi per fare buoni
bicchieri, ma il ragioniere si impaurisce e scappa. Così il giovane
presidente cerca di fare bicchieri tondi che siano buoni, ma le mani
sporche che l'hanno portato alla presidenza gli dicono che deve fare
bicchieri tondi e basta: se son buoni o son cattivi lo decidono le
mani sporche, non il presidente.
Dopo qualche anno il
giovane presidente cerca di allargare la grande azienda locale che fa
i bicchieri per farla diventare provinciale, regionale, nazionale. Ma
le mani pulite dubitano che possa farcela e non gli danno più la
mano e le mani sporche lo prendono per scemo, perché la grande
azienda locale che fa i bicchieri deve rimanere locale e deve fare i
bicchieri tondi o quadrati e basta.
Il giovane presidente,
distrutto, decide di andare dal consiglio di amministrazione della
grande azienda locale che fa i bicchieri e rassegna le dimissioni. Le
mani pulite sorridono e lo salutano. Le mani sporche gli urlano
dietro di non farsi più vedere.
Il giovane ex presidente,
così, se ne va dalla grande azienda locale che fa i bicchieri.
Lo fa con il sorriso
sulle labbra, pronto a cominciare un'altra grande avventura in
qualche altra azienda. Ma le mani pulite presto lo abbandonano e le
mani sporche fanno in modo di chiudergli ogni porta: il giovane ex
presidente non deve più lavorare in alcuna azienda.
Così, torna alle sue
leggi, alle sue idee, ai suoi studi. Ragiona sui bicchieri, a bassa
voce, ad alta voce, da solo o con gli altri. Tante mani ridono di
lui: le mani pulite hanno dimenticato i suoi buoni bicchieri, le mani
sporche li hanno distrutti. Il giovane ex presidente è un ricordo da
distruggere o da dimenticare. Che sia chiaro a chi sostiene le mani
sporche o le mani pulite: il giovane ex presidente è da distruggere
o da dimenticare. Come un buon bicchiere.
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