16 giugno 2012

Il cemento sta distruggendo l'Italia

Come si presenterà il nostro territorio fra qualche decennio? È questa la domanda che ci dovremmo porre per cercare di avere un futuro migliore. Negli ultimi 50 anni la nostra penisola è stata continuamente cementificata, distruggendo in modo indiscriminato colline, pianure, coste e boschi.

Poche sono le aree non toccate dall'uomo e siamo la nazione con piu densità di strade. La bellzza naturalistica e storica dell'Italia sta per essere spazzata via completamente. Dietro tutto questo ovviamente c'è un giro enorme di denaro, infatti, secondo quasi tutti gli italiani, l'edilizia è il volano dell'economia, l'unico strumento per la crescita del prodotto interno lordo.

Questo si poteva capire negli anni del boom economico ma con uno stallo della crescita demografica non ha alcun senso continuare a costruire nuove strutture. Ci sono migliaia di case vuote in ogni città e si continua ancora ad estendere l'urbanizzazione. Rimangono case svendute o sfitte dappertutto. L'ecosistema ormai è compromesso, ma si potrebbe comunque cercare di recuperare quolcosa o quantomeno stoppare la cementificazione inutile.

Se l'edilizia è il volano la si potrebbe occupare in altri ambiti: non nel costruire nuove strutture inutili ma iniziare un'operazione di ristrutturazione e di riqualifica delle nostre città, in questo modo ci sarebbe comunque tanto da lavorare, anzi tantissimo. Invece no, si preferisce continuare alla vecchia maniera perche alle lobby fa comodo, non pagano le tasse e fanno girare sempre più materiali (quindi denaro).

Secondo un'indagine del 2011 di Legambiente in Italia ogni anno il cemento si mangia 100 mila ettari di territorio: ogni 4 mesi si costruisce una nuova Milano, nuove periferie, nuove aree industriali, centri commerciali e nuove strade. Lombardia e Campania hanno il primato come territorio urbanizzato più esteso.

Su 4 milioni di nuove case ogni anno, più di un milione rimangono vuote mentre ci sono 200 mila persone che rischiano di rimanere senza una casa perche non se la possono permettere. Il territorio soffre, gli spazi agricoli diminuiscono sempre di più e ovviamente ne risente anche l'economia. Mancano delle regole di tutela del suolo e per di più i costruttori non pagano nessuna tassa sulle strutture invendute.

Nell'ultimo decennio quasi tutti i comuni italiani sono cresciuti come minimo del 20% ma il numero di abitanti è sempre uguale. Sono state costruite infatti vaste zone industriali, dove tra l'altro non si produce niente e rimangono solo grandi magazzini per depositare merce, e magari molti sono pure vuoti e abbandonati.

Andria è un esempio: la zona pip che si estende dal centro commerciale alla zona di via Trani è piena di capannoni costruiti negli ultimi 10 anni, e rappresenta quel 20% in più di cemento nella nostra citta. Un enorme territorio devastato, campi agricoli piantati ad ulivo rasi al suolo per costruirci strade e magazzini, molti dei quali vuoti e abbandonati.


A quanto pare l'amministrazione attuale della città non ha nessuna intenzione di dire stop alla cementificazione. Infatti, in via Bisceglie si vorrà cementificare una vasta area per creare un ampio spiazzale per adibirlo al mercato settimanale e annesso a questo ovviamente nuove palazzine. Inoltre, a pochi chilometri da Andria in direzione Bisceglie sorgerà un altro mega centro commerciale in aperta campagna.

Solo critiche? No. Il MoVimento 5 stelle ha anche delle proposte. È tutto scritto nel programma da ben 2 anni:
  • incentivazioni delle ristrutturazioni qualitative ed energetiche del patrimonio edilizio esistente. concessioni di licenze edilizie soltando per demolizioni, ricostruzioni di edifici civili e cambi di destinazione d'uso di aree industriali dimesse, previa destinazione di una parte di esse a verde;
  • espansione del verde urbano, progettando percentuali annue di incremento, stabilite all'inizio dell'anno;
  • valutazione strategica dell'impatto ambientale per qualsiasi intervento sul territorio;
  • blocco e demolizione degli abusivismi edilizi;
  • sviluppo di modelli d'edilizia scolastica comunale ecocompatibile e sostenibile;
  • divieto di costruire parcheggi per edifici destinati ad attività lavorative.
Concludo ricordando agli amministratori che il pianeta non è di nostra proprietà, ma ci è stato dato in prestito dai nostri figli.

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