2 ottobre 2012

Bioedilizia: la sconfitta del cemento


In un precedente articolo, abbiamo denunciato come in Italia ci sia uno sfrenato bisogno di cementificare, soprattutto per ragioni economiche, a scapito della bellezza e della salute del nostro “bel paese”.

Non a caso, ogni anno 244.000 ettari di suolo non edificato sono soggetti ad una forsennata cementificazione. In Italia, in quindici anni, abbiamo così consumato altri 3.663.000 di ettari, cioè una regione grande più del Lazio e dell’Abruzzo messe assieme. Se siamo al primo posto con la Spagna nella produzione e nel consumo di cemento, non è una coincidenza.
Eppure esiste un'alternativa a questa politica edilizia soffocante.
Il nostro obiettivo è chiarire e dare informazioni sull’argomento. Il nostro programma
è semplice: permessi di costruire soltanto per demolizioni e ricostruzioni di edifici ad uso abitativo, ad eccezione dei diritti già acquisiti; sviluppare modelli d’edilizia scolastica comunale eco-compatibili; incentivare le ristrutturazioni qualitative ed energetiche del patrimonio edilizio esistente.

In Germania i due terzi degli investimenti edilizi vanno al recupero dell'esistente come testimoniato da Engelbert Daldrup, Sottosegretario di Stato tedesco al Ministero federale per lo Sviluppo dei Trasporti, dell'Edilizia e dell'Urbanistica dal gennaio 2006 al novembre 2009 (pagine 13-14).


In Italia siamo di fronte ad un allarme immobiliare: circa 120mila case sono invendute e circa 800mila gli alloggi sfitti.
Oggi, secondo una indagine conoscitiva (pag 4) sul mercato immobiliare della VIII Commissione della Camera dei Deputati, ci sono circa 2 milioni di immobili invenduti (appartamenti e unità immobiliari). Per non parlare del consumo di suolo che potrebbe arrivare a 75 ettari al giorno entro i prossimi vent'anni se non si prendono provvedimenti.

Qualche passo avanti è stato fatto, secondo la legge dello Stato 22/12/2011 n. 214 sono state previste agevolazioni fiscali per lavori di ristrutturazione: viene confermata ed estesa la disciplina degli incentivi fiscali per le spese di ristrutturazione edilizia; è previsto l’innalzamento, fino al 30/06/2013, delle soglie di detrazione IRPEF al 50% (attualmente è prevista al 36%) per lavori fino a 96.000 Euro (attualmente fino a 48.000 Euro), per favorire interventi di ristrutturazione edilizia; previste agevolazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica con detrazione di imposta del 50% per le spese per interventi di riqualificazione energetica dal 01/01/2013 al 30/12/2013.

I dati sono la dimostrazione di come una politica del cemento sfrenata provochi un numero incalcolabile di abusi sul territorio, che causano danni come ad esempio provocherebbe il TAV in Val di Susa. Il nostro dovere è fermare lo scempio del paesaggio e salvaguardarlo, per dare la possibilità ai nostri figli e nipoti di avere ancora del verde e dei paesaggi naturali di cui godere.


L’alternativa a tutto questo è un modello di edilizia eco-sostenibile per l'ambiente e autosufficiente da un punto di vista energetico, come ad esempio la casa passiva per quanto riguarda le nuove edificazioni mentre, investendo nella ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente attraverso tecniche di edilizia tecnologicamente avanzate, si ridurrebbero le dispersioni termiche (calore) di ogni edificio ottenendo un consistente risparmio energetico ed economico per ogni famiglia.

Il buonsenso e la razionalità sono virtù che oggi gli italiani faticano a trovare nei loro amministratori politici, per questo il Movimento 5 Stelle Andria porterà in dote altre idee alla cittadinanza andriese. Ne parleremo ancora qui sul blog.