17 ottobre 2012

Risparmio energetico: la sconfitta del cemento


Nel precedente articolo abbiamo introdotto il concetto di risparmio energetico e la casa passiva come alternative alla politica del cemento. Vediamo come e perché portano vantaggi.

L'obiettivo primario è raggiungere l'autosufficienza degli edifici (casa passiva) perché prima di puntare sul rinnovabile bisogna investire nel risparmio energetico.
Iniziamo col dare alcune definizioni.

Cos'è la classe energetica?
La classe energetica rappresenta il consumo di energia dell'edificio.

Alla classe A+ è associato il consumo più basso, alla classe G è associato il consumo più alto. Per quanto riguarda il riscaldamento o la climatizzazione invernale, circa il 90% del patrimonio edilizio esistente si trova in classe G.

Cos'è una casa passiva?
Una Casa Passiva (classe energetica A+) è un edificio che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento “convenzionale”, ossia caldaia e termosifoni o sistemi analoghi, bensì tramite tutte quelle che vengono chiamate fonti passive di calore: la radiazione solare, il calore emanato dalle persone, l’inerzia termica. Molto importanti sono i fattori come l’isolamento termico, l’assenza di ponti termici, l’elevata impermeabilità all'aria e il controllo della ventilazione. Si basa dunque sul concetto di costruzione a consumi molto ridotti.
Nello specifico, un’abitazione di classe energetica A+ ha un fabbisogno energetico in riscaldamento inferiore a 15 Kwh per mq annuo di superficie abitabile, ovvero 1,5 litri di gasolio o 1,5 metri cubi di gas metano per metro quadro di superficie abitabile all'anno.

Per abbattere i consumi di questi edifici sono necessari interventi che riducano le perdite di calore, migliorando l'efficienza energetica. Tali interventi consistono:
  • nella sostituzione degli infissi;
  • nell'isolamento delle pareti e del tetto;
  • nell'ammodernamento dell'impianto di riscaldamento dell'edificio, e sono tutti soggetti a detrazioni fiscali.


Quali sono i vantaggi?
Oltre le agevolazioni fiscali menzionate nell'articolo precedente, i vantaggi in termini di consumo energetico sono enormi: una casa passiva consuma il 90% in meno rispetto alle case tradizionali e circa il 75% in meno rispetto alle nuove case costruite secondo la regolamentazione termica attuale (secondo la norma nazionale la classe minima per i nuovi edifici è C).
Inoltre l'attestato di Certificazione Energetica serve per ottenere detrazioni del 55% sul reddito Irpef.


Perché investire sul risparmio energetico?
Il 40% dell'energia prodotta è consumata dagli immobili, il resto dalla mobilità/trasporti e l'industria.
Il 40% delle case è stato costruito tra gli anni ’60 e ’70, senza alcuna attenzione per i consumi. Un altro 20% è stato costruito tra gli anni ‘80 e gli anni ’90, con poche attenzioni. Proprio gli edifici edificati in questi 40 anni sono quelli che oggi hanno bisogno di interventi di manutenzione, ed è una occasione unica per abbassare i loro consumi.


Analizzata la situazione attuale, per una logica di riduzione degli sprechi e un discorso di lungimiranza, abbiamo il dovere di investire nelle ristrutturazioni ed edificazioni qualitative con l’obiettivo di diminuire la domanda energetica senza dover ricorrere all'energia nucleare o alle energie rinnovabili.

Nel prossimo articolo affronteremo la parte legislativa e normativa europea, italiana e regionale sulle ristrutturazioni e le nuove edificazioni per l’autosufficienza e il risparmio energetico.
Stay tuned!