26 luglio 2014

Verso la sanità privata

Ticket stellari e tempi di attesa troppo lunghi stanno spingendo sempre più persone - oltre 12 milioni - verso gli operatori della sanità privata.

Secondo le stime che emergono da un'indagine conoscitiva sulla sostenibilità economica del Sistema Sanitario Nazionale, condotta dalle commissioni Bilancio e Affari Sociali della Camera, la spesa privata ha sfondato il muro dei 30 miliardi l'anno. Per l'esattezza 30,3 mld, tra farmaceutica, diagnostica e assistenza, che - come si legge nel documento - costituiscono "una percentuale rilevante della spesa sanitaria complessiva".

Una spesa ingente che - osservano i deputati - "pur non collocandosi su un livello non dissimile da quella di altri Paesi europei, è nel nostro Paese quasi per intero 'out of pocket', mentre altrove è in buona parte intermediata da assicurazioni e fondi". Questa fotografia trova conferma nei dati elaborati dal Censis. Seconda un recente studio dell'istituto di ricerca sono infatti sempre di più gli italiani che pagano di tasca propria i servizi sanitari che il pubblico sembra non garantire sufficientemente: nel 2013 la spesa sanitaria privata è infatti aumentata del 3% rispetto al 2007. E nello stesso arco di tempo quella pubblica è rimasta quasi ferma (+0,6%). Aumentano gli italiani che pagano per intero gli esami del sangue (+74%) e gli accertamenti diagnostici (+19%). Ormai il 41,3% dei cittadini paga per intero le visite specialistiche. 

Cresce anche la spesa per i ticket, sfiorando i 3 miliardi di euro nel 2013: +10% in termini reali nel periodo 2011-2013. La fuga nel privato riguarda soprattutto l'odontoiatria (90%), le visite ginecologiche (57%) e le prestazioni di riabilitazione (36%). Ma il 69% delle persone che hanno effettuato prestazioni sanitarie private reputa alto il prezzo pagato e il 73% ritiene elevato il costo dell'intramoenia.