12 dicembre 2014

Un inPUT per l'amministrazione - prima parte

Oggi vogliamo parlare di una tematica importante nell'attività di pianificazione di un comune. Parliamo del Piano Urbano del Traffico. Sappiamo, infatti, che secondo il Codice della Strada i comuni con popolazione residente superiore a trentamila abitanti hanno l'obbligo dell'adozione di questo strumento.

Secondo le direttive ministeriali del 1995, il PUT costituisce uno strumento tecnico-amministrativo di breve periodo (durata biennale), finalizzato a conseguire il miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione dell'inquinamento acustico ed atmosferico e il contenimento dei consumi energetici. In particolare il miglioramento delle condizioni della circolazione stradale si identifica sia con un migliore grado di fluidità dei movimenti veicolari, sia con interventi per migliorare il problema della sosta veicolare. L'obiettivo della sicurezza stradale, inoltre, è da perseguire mediante la precisa separazione e controllo delle diverse componenti di traffico (pedoni, veicoli di linea e non di linea,sosta) puntando in particolare alla difesa delle utenze più deboli. Il PUT deve inoltre puntare al miglioramento della fruizione dell'ambiente urbano, rispettandone e migliorandone i valori ambientali peculiari (centri storici, aree protette, spazi collettivi). 

Quali sono le strategie di intervento?

La riuscita di questo piano richiede un'ampia serie coordinata di interventi su tutte le componenti della circolazione stradale. Le strategie sono riassumibili in due macro-categorie: gli interventi sull'offerta di trasporto e quelli sulla domanda di mobilitàFinalità dei primi è il miglioramento della capacità di trasporto di tutto il sistema (rete stradale, aree di sosta, trasporto pubblico collettivo) da raggiungere, in primo luogo, tramite una precisa classificazione funzionale delle strade, con la creazione di una viabilità principale, destinata alla principale funzione di soddisfare la mobilità motorizzata, e delle isole ambientali, destinate in prevalenza alle esigenze dei pedoni e della sosta veicolare. Quello che vedete in seguito è lo schema di viabilità urbana principale con la delimitazione delle isole ambientali del comune di Milano, all'interno del suo PGTU.



Per quanto riguarda, invece, gli interventi sulla domanda di mobilità, il loro scopo fondamentale è quello di orientare la stessa verso modi di trasporto alternativi. Il tutto partendo da una premessa fondamentale, quella di attribuire una scala dei valori alle componenti fondamentali del traffico, privilegiando la circolazione dei pedoni e disincentivando sempre più il movimento e la sosta dei mezzi motorizzati individuali, a patto che l'offerta di mobilità sia proporzionata quantitativamente e qualitativamente alla relativa domanda. Possibili soluzioni afferenti a questa tipologia di interventi sono la fornitura di alternative spaziali alla mobilità veicolare, individuando itinerari alternativi per i flussi veicolari e spazi di sosta alternativi (soluzione poco praticabile per le aree centrali, spazialmente sature) o la fornitura di alternative modali, orientando la domanda di mobilità verso modi di trasporto che richiedono minori disponibilità stradali e con capacità di trasporto nettamente maggiori (es. minibus). A questa categoria appartengono interventi come i parcheggi di scambio e le misure di tariffazione della circolazione/sosta stradale in aree critiche urbane. In questa tavola, sempre relativa al comune di Milano, si nota l'evoluzione della rete del trasporto pubblico locale.



Il piano in questione prevede la esposizione contestuale dei piani di miglioramento della mobilità pedonale (itinerari pedonali, ZTL, aree 30), di miglioramento della mobilità collettiva pubblica (corsie privilegiate, nodi di interscambio,ecc.), di riorganizzazione dei movimenti dei veicoli motorizzati privati (schema di circolazione) e di riorganizzazione della sosta delle autovetture (strade parcheggio, aree di sosta, parcheggi multipiano). A seguire è possibile vedere il piano di riqualificazione ambientale del comune di Milano, con l'indicazione sistematica delle reti ciclabili, aree pedonali, ZTL, ecc. e, dopo, il sistema della sosta, con l'indicazione degli ambiti di sosta, parcheggi di interscambio, pubblici o per residenti.


 
Cosa sarà stato fatto relativamente al Comune di Andria su questi temi per mano di questa amministrazione? Lo scopriremo nel prossimo post.

Fonte illustrazioni e per informazioni più dettagliate: www.comune.milano.it

Giuseppe Liso