24 febbraio 2015

#Andriachetrovi - 5a parte: solo per i misericordiosi

"Civitas Mariae". Il 21 novembre 2013, la proclamazione ufficiale a “città della Vergine Maria” è una data che resterà comunque storica per la storia religiosa della nostra città. Il segnale è forte e dovrebbe suggerire al turista casuale il valore della devozione dei nostri concittadini.

Ai cittadini andriesi spetta la capacità di raccogliere l'invito del nostro sindaco, perché si torni "a lavorare con umiltà, sacrificio, impegno responsabile e onesto, capacità di dialogo e spirito costruttivo, perché le nostre comunità non smettano di crescere come città solidali, accoglienti, aperte e generose". Secondo voi, da novembre scorso, è stata esaudita la preghiera del nostro sindaco?

Come molte città dell'Italia meridionale, anche Andria è contraddistinta dalla presenza di molti luoghi di culto di grande pregio turistico. Le chiese di Andria testimoniano la grande devozione dei nostri concittadini e la salute storica della diocesi locale. Ma non si tratta solo di offerte e di preghiere: molti di questi luoghi si caratterizzano per qualità architettoniche e artistiche non comuni.

Per questa e per altre ragioni l’amministrazione comunale di Andria, in accordo con la diocesi locale, ha ritenuto opportuno dedicare la città alla Vergine Maria. Certo, leggendo la delibera di consiglio comunale, con la quale si è coronato questo progetto, si potrebbero fare molte critiche, ma, in teoria, questa è una iniziativa sulla quale non si può agire per pregiudizi, visto che anche tralasciando il valore (certamente importante) della devozione degli andriesi, questo progetto avrebbe potuto dare inizio ad una proficua collaborazione tra Comune e Diocesi per inserire Andria negli itinerari di turismo religioso. Visto che stiamo parlando di valorizzare le bellezze della nostra città, è un peccato tralasciare l’impatto che avrebbe su Andria un flusso importante di pellegrini di varie nazionalità.  

Eppure, manco a dirlo, occasione mancata. Si è detta la messa?
Le chiese restano chiuse al pubblico e la Cattedrale ha orari molto severi, che non consentono le visite, come succede invece nelle vicine Trani e Barletta.

Insomma, un altro evento di facciata che non ha fruttato nulla. Per fortuna non si è organizzata una mostra sulle "diffusissime campane di vetro con la madonna", come suggeriva la delibera comunale, che secondo alcuni amministratori fanno parte del patrimonio personale di molte famiglie andriesi. Nelle menti degli amministratori, i turisti dovrebbero entrare nelle case degli andriesi, dare uno sguardo alle “campane di vetro con la madonna”, pagare l’eventuale biglietto, assaggiare il vino della casa e poi auf wiedersehen, au revoir, goodbye, arrivederci, via, verso altre avventure.

Sarebbe stata utile per la città una maggiore sinergia tra amministrazione e diocesi, come ad esempio fu fatto in passato, per la chiesa rupestre di Santa Croce. La Pro loco riuscì a far collaborare il Comune con il Vescovo e con la Sopraintendenza per sistemare la parte esterna della chiesa (di competenza del Comune) e la parte interna (di competenza della diocesi).

Basta un po’ di collaborazione per migliorare la nostra città. Oppure una smisurata preghiera, dentro e fuori i confessionali, i sagrati e le urne.