19 giugno 2014

#Andriachetrovi: un nuovo viaggio a 5 stelle

Non solo Castel del Monte. Andria è anche Porta S. Agostino, la Torre dell’orologio, la Chiesa di S. Nicola, la Chiesa di S. Chiara, di S. Maria di Porta santa, di Santa Maria del Carmine, di S. Francesco, Mater Gratiae,  i tre campanili, Palazzo Ducale, Villa Comunale, le laure basiliane, Palazzo Carafa, cibo, natura, borgo antico, storia medievale, arte e artigianato. In una sola parola, cultura. La nostra città ha un potenziale enorme, perché non lo sfruttiamo?

Ce lo siamo chiesti e abbiamo indagato, destreggiandoci fra uffici, associazioni, dépliant e cartine. Abbiamo scoperto un mondo sconosciuto, a tratti selvaggio ed estremamente confuso. Non c'è voluto molto a capire che dietro i disagi c'è la solita politica lassista e sprecona. Soprattutto negli ultimi anni di "americanate", a parte qualche piccolo intervento di cabotaggio, il lavoro fatto per il futuro è praticamente irrilevante. Nessuna programmazione, nessuna visione, nessun criterio di riqualificazione dell'esistente, a parte i nastri rossi che già abbiamo illustrato nel lungo viaggio di Andriataglia.

A nulla sono serviti i soldi spesi dal settore Cultura per aumentare le potenzialità turistiche della città. Oltretutto, complice la crisi economica degli ultimi anni, l'afflusso turistico sembra diminuire drasticamente. Per proporre un rilancio del settore, dobbiamo partire dalle nostre caratteristiche, per poi passare alle possibili soluzioni, sopratutto viste le poche risorse rimaste. 


Diciamolo subito: visitato il Castel del Monte, i turisti non si fermano neppure in cittàManca ad Andria un punto di riferimento per dare informazioni, mancano le guide, le offerte di convenzioni che possano facilitare o rendere più economica la visita della nostra città. Senza contare l'assenza di indicazioni e quindi di una segnaletica dedicata ai turisti.

Un punto informativo ci sarebbe, lo IAT. Gestito attualmente da un paio di dipendenti comunali sulle cui competenze non abbiamo modo di dubitare, sappiamo che l'ufficio ha carenze nella conoscenza di lingue straniere e in termini di preparazione e sulle possibilità di visitare i luoghi di pregio storico e culturale del nostro territorio. Gli orari dello IAT sono quelli di un qualunque ufficio pubblico, con la differenza fondamentale che non si può pensare che un turista aspetti un'informazione che non sa quando arriverà.

Mettere a disposizione un'informazione rapida e tempestiva ad un turista non equivale a rinnovare una carta d'identità. Se pensiamo che addirittura l'ufficio è chiuso il pomeriggio, è chiuso il sabato, è chiuso la domenica, è chiuso nei festivi, proprio quando c'è più possibilità di accogliere un flusso maggiore di visitatori, abbiamo il quadro completo. Forse l'assessore alla cultura, con la sua solita creatività, intende introdurre il turismo feriale. Quando il lavoro è in vacanza, ovviamente. Il prossimo passo sarà magari il turismo a targhe alterne.

Non perdete la prossima puntata. Ci leggiamo!

#andriachetrovi