24 aprile 2014

[Europee 2014] 7 Punti per l'Europa: 2) Abolizione del Fiscal Compact

Il 19 Luglio 2012, con il Governo Monti, venne approvato il “Fiscal Compact”, un trattato con il quale il nostro Paese si è impegnato ad assestare il rapporto debito/PIL al 60%, in linea con gli accordi di Maastricht del 1992.

Allora l'Italia, che viaggiava al di sopra del 100% di debito/Pil, fu esentata insieme al Belgio pur sapendo che l'obiettivo 60% era irrealizzabile.

Nel 1992 era necessario che l'Italia entrasse nella UE e che in seguito adottasse l'euro. Ora la UE non può più fare sconti e il motivo è il nostro debito pubblico.

In questi anni gli Stati europei hanno accumulato fino a 1.000 miliardi di titoli italiani, ora in discesa perché ricomprati dall'estero in quantità enormi dalle nostre banche con il meccanismo dell'LTRO, in cui prestiamo i soldi alla BCE che li presta alle banche italiane per ricomprare il nostro debito.

A fine 2013 il rapporto debito/Pil ha raggiunto il 132,6%, il più alto dal 1990. Il rapporto ha un andamento quasi esponenziale, nel 2012 era del 127%. Il nostro debito pubblico marcia ad aumenti di 100/120 miliardi in più all'anno e ha superato i 2.100 miliardi e il Pil è caduto di 9 punti dal 2008. Debito in salita verticale, discesa del Pil e aumento costante degli interessi sul debito. 

In questa situazione il Fiscal Compact, che taglierebbe la spesa pubblica dai 40 ai 50 miliardi all'anno per 20 anni in mancanza di una fortissima crescita, del tutto impossibile, è irrealistico. Consegnerebbe l'Italia alla miseria con tagli neppure immaginabili alla spesa sociale, dalla scuola alla sanità, e ucciderebbe ogni possibilità di ripresa.