17 aprile 2014

Il ricordo del 19 maggio 2012

Il 19 maggio 2012, davanti all'istituto professionale statale per i servizi sociali, turismo e moda Morvillo-Falcone di Brindisi venne fatto scoppiare un ordigno dinamitardo. Nell'attentato perse la vita la studentessa Melissa Bassi e rimasero ferite nove persone. Mentre si attende la parola fine sulla vicenda giudiziaria, paiono dimenticate le condizioni di chi è sopravvissuto al folle gesto omicida.

L'assicurazione stipulata della scuola ha ricoperto solo i «danni funzionali», senza riconoscere i segni permanenti che alcune ragazze subirono a seguito dell'esplosione. Sarebbero stati ritenuti «danni estetici», pertanto non oggetto di risarcimento. Nei mesi successivi però, la stessa assicurazione mise a disposizione una somma rilevante a sostegno delle visite mediche specialistiche e interventi di chirurgia plastica necessari a ridurre il più possibile i segni delle ustioni.

L'amministrazione regionale pugliese aveva dichiarato che avrebbe chiesto alla procura la lista completa delle parti offese, al fine di sostenere le famiglie nelle costose spese mediche delle ragazze ferite. Furono stanziati 200mila euro per le cinque ragazze che avevano riportato i danni più gravi. I beni dell'autore del gesto omicida, Giovanni Vantaggiato, di un valore complessivo di 2 milioni e 500 mila euro circa, finirono sotto sequestro. Successivamente i beni furono confiscati dallo Stato, anche al fine di consentire alle ragazze ferite di potersi rivalere con certezza sull'attentatore. A ciascuna delle cinque ragazze gravemente ferite, la Corte d'Assise riconobbe il risarcimento provvisionale di 200mila euro.


Il nostro cittadino portavoce Giuseppe D'Ambrosio ha depositato una interrogazione parlamentare al fine di sapere se corrisponde al vero la notizia che il Ministero dell'interno ed Equitalia si siano impossessati di tutti i beni confiscati e che le provvisionali riconosciute siano state di fatto bloccate proprio dallo Stato.