Ha la pelle nera.
Da quello che ho letto, il colore della
pelle ha completamente cancellato il tubo di ferro che aveva in mano (qualcuno
ha detto che armeggiava addirittura un'ascia, forse ha visto troppi film d'orrore),
il suo stato di ubriachezza molesta e il fatto che avesse già una storia di
reazioni di questo tipo.
"Un pericoloso nordafricano",
questo è quello che hanno letto in molti.
Tutto ciò è avvenuto nei giorni in cui in
un paese più civile del nostro (almeno così dicono), gli Stati Uniti, a
Ferguson in Missouri si riaccende la miccia degli scontri, mentre si attende
l'annuncio della decisione del grand jury sull'eventuale incriminazione di
Darren Wilson, il poliziotto che ad agosto uccise il 18enne nero Michael Brown,
nei giorni in cui un altro ragazzo di colore viene ucciso a Brooklyn "per
sbaglio", a quasi due anni dalla tragica morte di Trayvon Martin. Ognuno
si faccia due conti.
Non facciamoci prendere dai bassi istinti,
non abituiamoci a vivere in una polveriera. Non diamo spazio alle sparate tipo
quelle di Salvini, ad uso e consumo delle campagne elettorali, né assolviamo
chi delinque. Non è in casi come questi che si valuta l'efficienza di un
sistema di sostegno ai servizi sociali o ai progetti di integrazione.
Si è trattato di un ubriaco e basta.
Per fortuna le forze dell'ordine sono
intervenute tempestivamente e hanno saputo gestire la situazione. Sosteniamo i
loro sforzi e aiutiamo coloro che sono in prima linea per favorire
l'integrazione di chi viene da lontano. Mando un abbraccio a Don Geremia, troppo
spesso gravato dal peso enorme dell'umanità dei tanti che soffrono. Restiamo umani, per favore.
Giuseppe D'Ambrosio
Cittadino portavoce M5S
Camera dei Deputati