11 febbraio 2013

Differenziata: i conti non tornano

Il mese scorso mi sono presentato all'ufficio ambiente per chiarirmi le idee sul servizio in questione. L'assessore Lotito, che ringrazio per avermi ricevuto senza preavviso, ha provato a fugare qualche dubbio. È andata così.

Innanzitutto, va dato atto all'attuale maggioranza di centro - destra di avere avuto il coraggio (assente nelle precedenti amministrazioni) di aver introdotto un servizio di raccolta porta a porta che ha fatto decollare (in un mese, ndr) la percentuale di raccolta differenziata. Certo, gli obblighi di legge, l'avranno costretta a prendere questa decisione, peraltro chiaramente anti-politica, visto che da sempre la raccolta differenziata spinta (fino ad arrivare al 100%, ossia a rifiuti zero) fa parte del programma del Movimento 5 Stelle.

Ma i dubbi non mancano.
Ad esempio, punto primo: come mai l'appalto di concessione del servizio prevede unicamente una premialità per la ditta e non per i cittadini all'aumentare, oltre il 65%, della percentuale di raccolta differenziata? Il contratto considera infatti lo smaltimento delle frazioni indifferenziato, umido ed ingombranti (oltre che per inerti di piccola dimensione) a carico del Comune, mentre sono a carico della Sangalli le altre (vetro, metalli, carta e plastica).

Proviamo allora a fare un po' di conti.
Il costo della raccolta dei rifiuti solidi urbani ad Andria (e Canosa) è pari a: canone annuo dell'appalto + costo smaltimento dell'umido + costo smaltimento dell'indifferenziato + eco-tassa + bonus per l'azienda. Non ho inserito i costi per lo smaltimento degli ingombranti e degli inerti di piccola taglia perché hanno entrambi una bassa incidenza sul totale.

Di sotto ho sintetizzato le varie ipotesi di raccolta differenziata raggiungibili, tenendo conto di una media annua di rifiuti urbani prodotti (differenziati più indifferenziati) pari a 43.000.000 kg. I dati sono stati forniti dall'ATO BA/1.

Percentuali di raccolta differenziata
ipotizzate
Canone annuo
(€)
Conferimento del secco
(40,60 €/t)
Conferimento dell'umido
(96 €/t)
Eco-tassa
(0,015 €/kg)
Premio Sangalli
(0,3% del canone annuo per ogni 1% in più oltre il 65 % di RD)
Totale costo annuo
(€)
65
10550000
611030
804960
225750
0
12191740
70
10550000
523740
866880
193500
158325
12292445
90
10550000
174580
1114560
64500
791625
12695265
100
10550000
0
1238400
0
1108275
12896775

La tabella mostra inequivocabilmente come all'aumentare della percentuale di raccolta differenziata (attualmente è al 70%), i costi per il Comune aumentino. Va da sè che il contratto è assolutamente bislacco. Nessun premio per i cittadini virtuosi che effettuano una raccolta differenziata virtuosa, né per la cittadinanza nel suo complesso.

La risposta dell'assessore è stata che il bando ha avuto un contenuto in perfetta sintonia con la stragrande maggioranza degli altri bandi di settore (sic!). Peccato che l'assessore non mi abbia mostrato alcun contratto simile in vigore altrove per poter fare una comparazione.

Altro giro, altro dubbio.
Seconda perplessità: è difficile negare che, allo stato attuale, Andria non è mai stata così sporca. Ogni strada, dal centro alle periferie, è tappezzata di cartacce, plastiche e altri rifiuti solidi. Per non parlare delle strade di campagna e dei terreni agricoli stessi, diventati un'immensa, disgustosa, grande discarica. Scorgendo i dati ufficiali dell'ATO BA/1, l'autorità pubblica di riferimento per la gestione dei rifiuti nel nostro territorio, si possono reperire dati interessanti. Andria, assieme a Canosa, fa parte delle poche città dell'ATO (comprendente anche Barletta, Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Trani) che hanno visto diminuire la produzione pro-capite mensile di rifiuti. Nello specifico: Andria è passata da 40 kg di agosto 2012 ai 31 kg nei mesi in cui è iniziata la raccolta differenziata. Canosa (che rientra nello stesso servizio di raccolta, ndr) è passata da 34 a 30 kg. Non ci vuole un luminare per capire dove sono finiti quei chili di rifiuti in meno. Noi che non siamo luminari proviamo a fare un'ipotesi: non è che quei 900.000 kg che mancano ai nostri conti vengono abbandonati e disseminati nel territorio urbano o nelle nostre campagna?

La risposta (tardiva) dell'amministrazione comunale al problema è stata, giustamente, l'aumento dei controlli e delle sanzioni. Quello che lascia perplessi però è l'aver delegato ad appena una, a volte due pattuglie di vigili urbani un fenomeno così devastante e diffuso come l'abbandono di rifiuti. I risultati parlano chiaro: circa 30 sanzioni elevate in un mese di attività (gennaio 2013), ossia una al giorno in media. Numeri importanti, se si tiene conto delle forze in gioco, che però diventano ridicoli, se si pensa invece all'entità del fenomeno.

Tali controlli dovrebbero essere portati avanti da tutti i vigili urbani. Il problema non è di qualche barbaro che si fa beffe della raccolta differenziata, ma è più ampio, di gente che getta rifiuti nelle strade di campagna. 

La risposta dell'assessore in sintesi è stata: “ci stiamo attrezzando”.
La domanda però sorge spontanea: come si può redigere un contratto da 74 milioni di euro (in 7 anni) e non prevedere conseguenze simili nella sua applicazione (o non applicazione)?

Terzo dubbio: qual è il destino dei rifiuti dopo la raccolta differenziata? Secondo il contratto con la Sangalli,  tranne l'umido e il secco, tutte le frazioni separate sono di sua proprietà e vengono vendute a centri di stoccaggio. Il dato inquietante è che non si conosce il destino finale di quei rifiuti. Nulla vieta di pensare che le frazioni a più alto potere calorifero (carta e plastica) possano essere destinate all'incenerimento con il paradosso che, lo sforzo fatto per differenziare, finisca letteralmente in fumo, con gravissimi pregiudizi per la salute dei cittadini (se non di Andria, di quelli vicini all'inceneritore). 

Da privati cittadini abbiamo difficoltà ad accedere ai dati in possesso delle aziende che trattano la carta e la plastica provenienti da Andria. Riteniamo che questo dubbio debba essere fugato quanto prima dall'assessore che, invece, avrebbe tutta l'autorità ed il dovere di pretendere e divulgare certe informazioni.

La gestione dei rifiuti in città è ben lungi dall'essere quella ottimale. Se non è possibile revisionare il contratto anomalo con la Sangalli, sarebbe almeno doveroso sanzionarla laddove il contratto lo consente (per esempio sul mancato posizionamento di cestini-porta rifiuti e campane per il vetro). La piaga dell'abbandono dei rifiuti (dalla cartaccia ai sacchi) andrebbe combattuta con tutto il personale disponibile (Polizia Municipale). Andrebbe fatta chiarezza sul destino dei materiali dopo la separazione. Andrebbe previsto lo spazzamento manuale, periodico e straordinario, per ripulire tutto il territorio dalle montagne di rifiuti accumulate.

Solo dopo questi interventi, si potrà finalmente promuovere il servizio di raccolta dei rifiuti ecologicamente efficiente. Il buonsenso non è nelle cifre che finora abbiamo a disposizione.

Ambrogio Lamesta