Oggi è toccato
a Genova. Una città
travolta, prima che dal fango, dalle responsabilità di chi è al governo del territorio e da anni ha permesso questo disastro, l’ennesimo. E’ una storia che
si ripete e non solo in Liguria. L’82% dei
Comuni Italiani è a rischio idrogeologico. Tutti lo sanno, tutti puntualmente ad ogni tragedia ci ricordano quanto sia
importante porre in sicurezza le nostre città, salvaguardare i territori,
fermare la cementificazione selvaggia. Parole vuote.
Oggi, a
parole, queste emergenze sono una priorità. Da sempre, nei fatti, le proposte di legge restano nei cassetti del parlamento. I soldi? Non ci sono o non bastano. Il Ministro dell’Ambiente ha
dichiarato che lo Sblocca Italia velocizzerà le procedure amministrative. Il
premier ha promesso che userà la stessa determinazione di chi ha spalato fango
per spazzare via i nodi della burocrazia. Forse sarebbe meglio spalare prima un po’ di vergogna, visto che ci si dimentica le
promesse fatte sui 2 miliardi da
stanziare per la tutela del
territorio e l’appello fatto il 5 agosto
scorso dalle ditte che avrebbero dovuto mettere in sicurezza Genova molto tempo prima. Ci si
dimentica soprattutto quali sono state le parti politiche che negli anni, alternandosi, hanno amministrato la
città.
Mentre va in scena questo valzer di dichiarazioni, di
promesse fatte e mai mantenute, alcuni
parlamentari del Movimento 5 Stelle, tra cui il nostro portavoce pugliese Giuseppe Brescia, hanno scelto di indossare una tuta bianca, prendere in mano
gli attrezzi e spalare, nell'attesa che si decida di
aprire una discussione seria nelle commissioni di competenza e si cominci ad applicare la legge, soprattutto quando le luci dei riflettori si spegneranno.
Beppe Grillo, da genovese prima che da rappresentante di
un movimento politico, è sceso in strada ad aiutare i suoi concittadini,
raccogliendo anche la rabbia e le contestazioni di chi magari, nei momenti
decisivi per il futuro della propria città, ha voltato la faccia o si è
lasciato ingannare dalle solite promesse dei partiti.
Occuparsi di
politica significa anche questo: metterci la faccia, toccare con mano la
disperazione, prendersi qualche schiaffo e pur non avendo mai ricoperto incarichi istituzionali si trova spesso anche a rispondere delle colpe di chi invece poteva agire tempestivamente nelle sedi opportune e non l'ha fatto. Perché quando si ha a cuore la propria
terra, il concetto di bene comune, il rispetto delle leggi e della Costituzione è la naturale conseguenza.
“Io
mi sono preso i miei fischi, me li tengo, vi ringrazio che mi avete anche detto
"spala!". Se vi rappresento la politica e dovete
sfogarvi, bene, sfogatevi su di me: io uscirò di nuovo. Sono pronto a prendermi
tutti gli sfoghi perché avete tutte le ragioni del mondo. Anche se la mia
coscienza è a posto perché è la mia citta e sono andato nei miei quartieri,
dove sono nato e cresciuto. Io ci sono, il M5S c'è e ci sarà sempre dalla parte
delle persone sconfitte.” Beppe Grillo