24 ottobre 2014

Genova, spalare vergogna

Oggi è toccato a Genova. Una città travolta, prima che dal fango, dalle responsabilità di chi è al governo del territorio e da anni ha permesso questo disastro, l’ennesimo. E’ una storia che si ripete e non solo in Liguria. L’82% dei Comuni Italiani è a rischio idrogeologico. Tutti lo sanno, tutti puntualmente ad ogni tragedia ci ricordano quanto sia importante porre in sicurezza le nostre città, salvaguardare i territori, fermare la cementificazione selvaggia. Parole vuote.


Oggi, a parole, queste emergenze sono una priorità. Da sempre, nei fatti, le proposte di legge restano nei cassetti del parlamento. I soldi? Non ci sono o non bastano. Il Ministro dell’Ambiente ha dichiarato che lo Sblocca Italia velocizzerà le procedure amministrative. Il premier ha promesso che userà la stessa determinazione di chi ha spalato fango per spazzare via i nodi della burocrazia. Forse sarebbe meglio spalare prima un po’ di vergogna, visto che ci si dimentica le promesse fatte sui 2 miliardi da stanziare per la tutela del territorio e l’appello fatto il 5 agosto scorso dalle ditte che avrebbero dovuto mettere in sicurezza Genova molto tempo prima. Ci si dimentica soprattutto quali sono state le parti politiche che negli anni, alternandosi, hanno amministrato la città.

Mentre va in scena questo valzer di dichiarazioni, di promesse fatte e mai mantenute, alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, tra cui il nostro portavoce pugliese Giuseppe Brescia, hanno scelto di indossare una tuta bianca, prendere in mano gli attrezzi e spalare, nell'attesa che si decida di aprire una discussione seria nelle commissioni di competenza e si cominci ad applicare la legge, soprattutto quando le luci dei riflettori si spegneranno.


Beppe Grillo, da genovese prima che da rappresentante di un movimento politico, è sceso in strada ad aiutare i suoi concittadini, raccogliendo anche la rabbia e le contestazioni di chi magari, nei momenti decisivi per il futuro della propria città, ha voltato la faccia o si è lasciato ingannare dalle solite promesse dei partiti.

Occuparsi di politica significa anche questo: metterci la faccia, toccare con mano la disperazione, prendersi qualche schiaffo e pur non avendo mai ricoperto incarichi istituzionali si trova spesso anche a rispondere delle colpe di chi invece poteva agire tempestivamente nelle sedi opportune e non l'ha fatto. Perché quando si ha a cuore la propria terra, il concetto di bene comune, il rispetto delle leggi e della Costituzione è la naturale conseguenza.

Io mi sono preso i miei fischi, me li tengo, vi ringrazio che mi avete anche detto "spala!". Se vi rappresento la politica e dovete sfogarvi, bene, sfogatevi su di me: io uscirò di nuovo. Sono pronto a prendermi tutti gli sfoghi perché avete tutte le ragioni del mondo. Anche se la mia coscienza è a posto perché è la mia citta e sono andato nei miei quartieri, dove sono nato e cresciuto. Io ci sono, il M5S c'è e ci sarà sempre dalla parte delle persone sconfitte.” Beppe Grillo