9 ottobre 2014

Il flop dei talk show

Gli ascolti dei talk show sono in picchiata, siamo saturi, gli italiani stanno smettendo di guardarli e non lo dico io ma Santoro e soprattutto lo dicono i dati d'ascolto.

Scrive Jacopo Iacoboni su La Stampa: "...proprio Santoro l'aveva posta per lettera, annunciando che questa sarà l’ultima stagione di Servizio Pubblico. «Non condivido la scelta di riempire all’inverosimile la programmazione di trasmissioni d’approfondimento, i cosiddetti talk», dice. «Ma l’overdose dei talk non mette soltanto a nudo la stanchezza di un genere», anzi, per certi versi «nasconde l’impoverimento progressivo della tv che è seguito al quasi monopolio del ventennio berlusconiano, l’impoverimento del nostro sistema industriale, l’impoverimento della nostra democrazia, l’impoverimento culturale dei grandi editori e più in generale della nostra classe dirigente".

È proprio così. Insieme a Santoro altri stanno facendo flop. Le larghe intese hanno smontato la finta opposizione tra PD e PDL e anche il teatrino televisivo che ci girava intorno. Ballarò precipita dall'11% circa al 6% circa in una settimana, ha perso un milione di spettatori circa. E meno male che il dg Rai Gubitosi e il direttore di rete Vianello, ci avevano scommesso tutto.
Dovrebbero andarsene adesso, portandosi via il noioso Giannini.

Agorà, L'aria che Tira, stanno mediamente tra i 250mila e i 300mila spettatori, meno fanno Omnibus e Coffee Break mediamente sotto i 200mila, mentre Piazza Pulita e La Gabbia, Quinta Colonna, Virus, Matrix sono in una fascia tra i 700mila spettatori e il milione. Programmi e talk come Porta a Porta, Otto ½ , Che Fuori Tempo che fa, Servizio Pubblico parlano normalmente a un massimo di 2 milioni circa di cittadini. E tutti gli altri spettatori? I talk saranno proprio i programmi giusti per informare gli Italiani?

Evidentemente no, attualmente ciò che entra veramente in quasi tutte le case, è il telegiornale. Il Tg1 si rivolge a 5 milioni di italiani circa, il Tg2 e il Tg3 a 2-3 milioni circa. Ecco perché è importante lavorare in primis per avere l'informazione del servizio pubblico, indipendente e imparziale perché è qui che si formano un'opinione politica gran parte degli Italiani. Qui vanno impegnate le energie. Gli Italiani si stanno stancando dei talk ed è ora di fargli cambiare punto di vista. È il momento giusto per persuaderli ad abbandonare il doping di questi vecchi programmi e rivolgere la loro curiosità altrove. Alla rete, a fonti di informazioni alternative e aiutarli a un consumo d'informazione più critico.

È faticoso lo so, sembra utopistico? Pochissimi anni fa lo sembrava anche avere un movimento di cittadini nei comuni, nei consigli regionali, in Parlamento e in Europa. E adesso invece...

P.S. Mio padre ha 83 anni, ha un account su Facebook, posta foto, scrive note, le condivide, usa le mail, le chat, naviga e s'informa sul web. Se diamo una mano a chi non sa usare internet, a cominciare da chi conosciamo, da chi ci sta vicino, gli cambiamo la vita e la cambiamo anche a noi.

Alberto Airola
Cittadino Portavoce M5S Senato
Commissione di Vigilanza RAI