3 ottobre 2014

"Ma perché non andate mai in TV?"

Vorrei fare una riflessione personale anche alla luce della mia esperienza professionale nel settore dell'informazione e di quella da parlamentare, visto che molti di voi si chiedono come mai si sia deciso di non comparire in Tv.

In primis chiariamo: non andare in Tv significa non andare nei talk show, siamo invece (per quanto possibile) presenti nei Tg. Il problema parte da due domande: perché ci sono così tanti talk show in tv? E perché siamo poco presenti nei Tg?

Alla prima domanda la risposta è semplice: i talk sono tanti, anche perché questo sistema politico e governativo si regge grazie alle insignificanti chiacchiere che oramai saturano l'etere televisivo senza mai chiarire al cittadino i veri problemi da affrontare e le soluzioni proposte. In gergo si chiama "rumore": una miriade di parole e schiamazzi che si sovrappongono, che non sono dibattito politico ma show, finalizzato a creare ancor più confusione sui temi e scatenare un tifo da stadio tra i "contendenti".

Lo sapete anche voi, non c'è bisogno che mi dilunghi.
In genere a questo punto mi si dice che è vero quello che dico ma troppi Italiani guardano solo la TV e quindi bisogna andarci lo stesso. Capisco molto bene il problema e vi prego di continuare a leggere. Anche gli spazi di dialogo diciamo "più equilibrati", per varie questioni di share e tempi del mezzo televisivo, non possono approfondire adeguatamente le problematiche del paese e quindi restano sempre ad un livello superficiale e non bastano due slogan e quattro parole per spiegare come affrontare questa crisi economica, politica e culturale. Ecco perché il talk non serve ad informare, al limite sembra una forma di intrattenimento (non a caso si parla di infotainement, un mix di informazione e intrattenimento) dove si scatenano più istinti che ragionamenti, con contenuti superficiali e generici. Questi diventano quindi luoghi della TV predisposti al tifo come un'arena, dove incanalare rabbia e frustrazione del cittadino per poi disinnescarle definitivamente.

Andarci significa dargli audience, forza e collaborare alla disinformazione.
Inoltre i talk "meno peggio" li guardano coloro che già conoscono il M5S e non si raggiunge comunque chi non sa nulla di noi. Dovremmo andare da Giletti e dalla D'Urso. Ma come si fa a parlare con tali personaggi? Con Giletti che grida a Carla Ruocco che dovevamo fare l'accordo col PD? Ma come si permette di sbroccare così? Lo dicesse alla Moretti in spiaggia, e lasciasse il servizio pubblico a chi lo sa fare. Oppure vedere Fazio come uno zerbino, mentre la Boldrini ci da impunemente degli eversivi e potenziali stupratori? Non va bene per niente.

Per farci vedere da chi non ci conosce dovremmo passare le giornate in tv: la mattina fare un salto a Coffee Break, non dimenticare Agorà, poi L'Aria che Tira. Al pomeriggio c'è il crogiuolo di appuntamenti non proprio politici come La Vita in Diretta, poi la domenica c’è l'Arena di Giletti, per non parlare di In ½ ora. Poi si passa da 8e1/2 con la Gruber o da Floris a Diciannoveequaranta. Infine la prima serata: DiMartedì/Ballarò, La Gabbia, Servizio Pubblico, Vespa, Matrix, Virus, Tg3 Linea notte (in genere si ciancia fino all'una di notte) e via così. Non basta andare in quei due o tre talk: per contrastare veramente la disinformazione bisogna fare i conti con dodici ore di palinsesto per almeno sette canali tv, si deve passare la vita lavorativa in TV invece di provare a bloccare in aula e in commissione al Parlamento le porcate che producono le larghe intese, è per questo che ci avete eletto? O è per uniformarci agli altri politici: vincere perché si ha la battuta pronta, anche se non si argomenta, ubriacando di slogan gli Italiani?

A me sembra che si voglia vedere la squadra M5S che fa goal quando una Picierno o Bonafè qualsiasi sparano una cazzata. Lo possiamo anche fare ma la cosa finisce lì, non cambia né la politica né gli Italiani.

Per i telegiornali il discorso cambia. Avete ragione: dobbiamo essere più presenti.

Perché è così difficile passare nei TG? Perché ovviamente sono lottizzati e i direttori sono protetti dalla politica e ci tengono ai margini dell'informazione. Pur avendo la presidenza della Vigilanza Rai, è una battaglia molto dura. E' vero che noi siamo contrari alla lottizzazione ma ciò non significa che il servizio pubblico non sia obbligato a liberare dall'occupazione di altre forze politiche degli spazi informativi che sarebbero per legge destinati a noi e gestirli in modo autenticamente indipendente dalla Politica, come la famosa BBC che citano in continuazione.

In questi mesi di riforma della Rai sarà la nostra battaglia per ottenere proprio questa liberazione e ristrutturazione del servizio pubblico di informazione (o almeno di una rilevante parte di esso). In un anno e mezzo di Vigilanza siamo riusciti a fare molte cose anche se si percepiscono poco. Siamo riusciti a denunciare le sovraesposizioni di Renzi e delle larghe intese, siamo riusciti ad aumentare di almeno il 10% la presenza nei tg del M5S e Agcom, anche se vigliaccamente non ha punito le reti Rai, ha comunque riconosciuto le gravi violazioni su Renzi e i partiti governativi di regime.

Su questo non molleremo la presa, e ripeto i vari Orfeo, Masi, Berlinger, dovranno andarsene (e vedrete che succederà se non per merito nostro per la guerra interna scatenata da Gubitosi che vorrà tenere solo la Maggioni, non è un caso che Orfeo e Berlinguer in questi giorni protestino contro la mancanza di pluralismo in Rai, che facce di bronzo). E non bastano le dichiarazioni in Tv, servono anche giornalisti indipendenti: se io compaio e dico che la disoccupazione sale e dopo di me un bamboccetto come il piddino Speranza dice che la disoccupazione scende, serve un giornalista preparato e autonomo che dica chi sta mentendo dei due e non un servo che celebri la preparazione del pupazzo Speranza; è anche questo il motivo per cui nei talk show non si capisce mai chi ha ragione. Se i TG dicessero la verità agli italiani, già basterebbe per far capire quanto il M5S lavori nell'interesse del paese, senza bisogno dei talk che, finalmente, dopo anni di saturazione TV, stanno perdendo audience pesantemente. Ho sentito minacciare che se non andiamo nei talk arriveremo al 10%. Ma come? Abbiamo preso il 25% senza andarci! E abbiamo diminuito i voti quando ci siamo andati! 

Per piacere siate realistici. La rivoluzione inizierà per davvero quando chi vede solo la tv, la spegnerà, si alzerà dal divano e parteciperà attivamente alla vita politica. Ci serve una vera rivoluzione culturale. Noi stiamo andando nelle università, dai lavoratori, nelle scuole, dalle associazioni, tra i comitati, bisogna coinvolgere la gente e non cantarle la ninna nanna dalla TV.

La TV genera passività e non basta andarci per cambiare il paese soprattutto se praticamente tutti i media sono in mano ai partiti delle larghe intese: saremo sempre armati di bastoni a combattere contro le armi atomiche con giornalisti e conduttori strapagati per disinformare e spargere letame su di noi.

Sarà il primo grande passo perché chi non vuole cambiare, chi crede alla Picierno, alla Boschi, a Salvini, alla Santanché non cambierà idea solo vedendoci in TV a fianco a loro, o la cambierà per il tempo di permanenza in Tv, salvo poi dimenticare tutto alla prima battuta di un presenzialista usuale del Pd, della Lega o di FI. Molti Italiani hanno una memoria cortissima e attraverso i media sono già riusciti a farci dimenticare che sono stati al governo con Berlusconi, che fanno le riforme della Costituzione insieme a Verdini mentre stanno al Governo con Alfano, Giovanardi e Schifani. E tutto questo pur essendo noi stati in TV durante tutta la campagna per le elezioni europee a ricordarlo e a parlare dei nostri programmi e delle nostre proposte.

Bisogna rompergli il giochino e per farlo abbiamo bisogno di voi.
Spegnetela o usatela come monitor.

P.S. A chi propone una TV a 5 Stelle dico che non abbiamo né l'intenzione né le risorse. Un media come la TV è moribondo e impiegarci immani energie oggi, è uno sforzo assurdo. Ce la guarderemmo tra noi e oramai siamo in un contesto con dei giganti come Mediaset, la Rai, La7, con miliardi di risorse investite. Impossibile (e inutile) competere.

Se volete fare una TV libera potete farlo, non sarò certo io a impedirvelo ma consiglio a tutti di impiegare le vostre forze in qualcosa di nuovo, proiettato al futuro e veramente rivoluzionario. Grazie. Spero ci riflettiate.

Alberto Airola
Cittadino portavoce M5S
Senato della Repubblica
Commissione Vigilanza RAI