Una volta mi è
stato detto che, siccome tra le nostre fila mancano parlamentari gay, allora
non saremmo stati capaci di farci portavoce dei bisogni e dei problemi della
comunità LGBT del nostro Paese.
Invece nel Pd, ad esempio, trovi tutti i “pezzi del puzzle” della società: il parlamentare gay, le femministe, i sindacalisti, qualche disabile, pezzi più o meno grossi del volontariato e del "no-profit", gli ambientalisti, le mamme, i “gggiovani”, i presidenti di ordini professionali (conflitto di interessi? No eh!), i paladini dell’antimafia, qualcuno da arrestare che non fa mai male, indagati, imprenditori, giornalisti, professori, gente che non ha mai lavorato in vita sua, consiglieri comunali, e via discorrendo. In campagna elettorale spacciano questa allegra combriccola come garanzia di lotte sicure a favore di questa o quella “categoria” o tematica in modo che ogni cittadino, dalle differenti esigenze, si senta comunque rappresentato adeguatamente, ha un sicuro punto di riferimento che porterà avanti le sue battaglie.
Ma andiamo allora
a vedere se ciò corrisponde al vero.
Come agiscono i pezzi del puzzle?
Come agiscono i pezzi del puzzle?
I parlamentari gay del Pd.
Fanno estendere l’assistenza sanitaria al proprio compagno nonostante in
Italia, per i comuni mortali, non sia possibile visto che non sono riconosciute
le unioni tra coniugi dello stesso sesso, hanno poi lasciato scrivere e
approvare una legge (ferma ancora in Senato), quella contro l’omofobia, a parti
politiche storicamente omofobe, ignorando e isolando l’unica forza politica che
invece si era dimostrata assolutamente d’accordo con la LORO proposta (senza
avere i “giusti” pezzi del puzzle!). Un paradosso tipico della (loro) politica,
un po’ come far riscrivere la Fini- Giovanardi a Giovanardi, a causa
probabilmente di qualche malsano allineamento astrale.
Gli ambientalisti del Pd.
Plaudono come burattini al decreto "Sblocca Italia" che condanna il
Paese al cemento, petrolio, acqua privata, inceneritori chiamando tra l’altro
chi si oppone “ambientalista da salotto”. Pare che una volta arrivati in
Parlamento ci sia un filtro magico, una specie di barriera invisibile che, una
volta varcata, ti dona il potere della supercazzola, quello che ti permette di
rinnegare pubblicamente le tue battaglie di una vita (per le quali magari sei
stato pure eletto) con voli pindarici che vanno tutti a parare nella
salvaguardia dei deliri di sua maestà il capo del partito, e che convincono
incredibilmente pure i tuoi elettori!
I rappresentanti del no profit.
Un vero e proprio esercito in questa legislatura, il massimo che hanno ottenuto
è una legge delega del governo, ovvero il governo che delega se stesso a
risolvere, prima o poi, i problemi del Terzo Settore. Nemmeno il piacere di
scriverla loro una proposta di legge vera e propria in Parlamento.
Gli esponenti disabili.
Non si sa perchè, non riescono, nemmeno loro, a costringere il loro stesso
governo a dare attuazione a un piano (adottato dal Consiglio dei Ministri a
Novembre dell’anno scorso) bene accolto da più parti, dalle associazioni, dalle
famiglie, e perfino da noi opposizione, perchè il governo non ci vuole mettere
soldi (pensate che non ci riesce nemmeno la Biondelli, sottosegretario alle
Politiche Sociali, la stessa che prima di far parte del governo Renzi, aveva
depositato da deputata ai tempi del governo Letta, una mozione proprio per
questo!). Quindi rincorrono se stessi in altre lodevoli, sulla carta, proposte
di legge per le quali, allo stesso modo, non ci sarà mai il becco di un
quattrino.
I paladini dell’antimafia.
Si commentano da sé, non si sono nemmeno timidamente opposti alla commistura
con Forza Italia, hanno accettato di buon grado di depotenziare il reato di
voto di scambio politico mafioso, il 416ter, che ha visto il suo primo grande
successo nel caso di Antonello Antinoro, ex parlamentare della cerchia di
Cuffaro, condannato a 6 anni, ma adesso tutto da rifare. Qualcuno li ha poi
sentiti riguardo l‘abolizione del vitalizio ai mafiosi (proposta dal M5S)? Come
mai avranno votato? E per i magistrati che indagano sulla trattativa
Stato-mafia li avete visti sbracciarsi per pretendere maggiore protezione? Li
sentite mai parlare dell’argomento?
Deputate di ogni schieramento vestite di bianco per la
parità di genere, le donne del Pd. Si sono vestite
di rosso contro il femminicidio, poi di bianco per le quote rosa, poi di nuovo
di rosso per le donne turche, poi invadono tutte le tv per dire che il grillino
De Rosa è sessista, maschilista, e blablabla mentre loro ovviamente avevano
tutte le ragioni di questo mondo per urlargli “fascista!” (comportamenti
deplorevoli entrambi, delle deputate Pd e del mio collega De Rosa che ha
chiesto scusa e rinunciato all’immunità per subire le conseguenze del suo
errore), si riempiono regolarmente la bocca di pari opportunità in tempo di
campagna elettorale ben piazzate nei posti “vetrina”, e i risultati per le
donne si fermano tutti qui.
I giovani del PD. A parte il
giovanissimo Lattuca, famoso per il toc toc in testa alla Spadoni, e la Pini
terrorizzata dalla nostra mania di rubare nel buio le sedie di Montecitorio
(?), che rivoluzione stanno portando dentro quelle stanze i giovani del Pd?
Stanno per caso difendendo la scuola? L’università? Tecnologia? Banda larga?
Lavoro? Che fanno?
E termino con i
pezzi del puzzle più importanti, a mio parere, i paladini dei diritti dei lavoratori! Loro sì che sono i veri
pilastri del partito, la base su cui poi hanno costruito tutto il resto, coloro
che rappresentano la storia e le battaglie più importanti di cui andare sempre
fieri a partire dall’art.18 per dirne uno a caso, quelli che in fin dei conti
hanno permesso al Pd di oggi di prendere sonoramente per i fondelli milioni e
milioni di italiani. Ancora.
Il Movimento 5
Stelle non è un partito-puzzle, non abbiamo “pupari” che ci assemblano con
tutti i pezzi necessari per la propaganda. Abbiamo solo cittadini che scelgono
altri cittadini sulla base di un progetto comune, questa è la garanzia che
possiamo offrire. Io non sono stata eletta perchè sono una donna, Matteo Dall’Osso non è stato eletto
perchè ha la sclerosi multipla, Giorgio
Sorial non è stato eletto perchè di origini egiziane, Francesco D’Uva non è stato eletto perchè la mafia gli ha ammazzato
il nonno, Chiara Di Benedetto non è
stata eletta perchè la più giovane, non siamo pezzi di puzzle.
Siamo componenti
di una comunità, intercambiabili, perché portiamo avanti le battaglie che tutti
insieme condividiamo. Siamo tutti in Parlamento, questa è la vera RETE. E a
giudicare dai risultati funziona molto meglio di un’accozzaglia scomposta di
pezzi di puzzle. A riveder le stelle!
Giulia Di Vita
Cittadino portavoce M5S
Camera dei Deputati