25 ottobre 2014

Siamo solo noi

Una volta mi è stato detto che, siccome tra le nostre fila mancano parlamentari gay, allora non saremmo stati capaci di farci portavoce dei bisogni e dei problemi della comunità LGBT del nostro Paese.

Invece nel Pd, ad esempio, trovi tutti i “pezzi del puzzle” della società: il parlamentare gay, le femministe, i sindacalisti, qualche disabile, pezzi più o meno grossi del volontariato e del "no-profit", gli ambientalisti, le mamme, i “gggiovani”, i presidenti di ordini professionali (conflitto di interessi? No eh!), i paladini dell’antimafia, qualcuno da arrestare che non fa mai male, indagati, imprenditori, giornalisti, professori, gente che non ha mai lavorato in vita sua, consiglieri comunali, e via discorrendo. In campagna elettorale spacciano questa allegra combriccola come garanzia di lotte sicure a favore di questa o quella “categoria” o tematica in modo che ogni cittadino, dalle differenti esigenze, si senta comunque rappresentato adeguatamente, ha un sicuro punto di riferimento che porterà avanti le sue battaglie.

Ma andiamo allora a vedere se ciò corrisponde al vero. 
Come agiscono i pezzi del puzzle?

I parlamentari gay del Pd. Fanno estendere l’assistenza sanitaria al proprio compagno nonostante in Italia, per i comuni mortali, non sia possibile visto che non sono riconosciute le unioni tra coniugi dello stesso sesso, hanno poi lasciato scrivere e approvare una legge (ferma ancora in Senato), quella contro l’omofobia, a parti politiche storicamente omofobe, ignorando e isolando l’unica forza politica che invece si era dimostrata assolutamente d’accordo con la LORO proposta (senza avere i “giusti” pezzi del puzzle!). Un paradosso tipico della (loro) politica, un po’ come far riscrivere la Fini- Giovanardi a Giovanardi, a causa probabilmente di qualche malsano allineamento astrale.

Gli ambientalisti del Pd. Plaudono come burattini al decreto "Sblocca Italia" che condanna il Paese al cemento, petrolio, acqua privata, inceneritori chiamando tra l’altro chi si oppone “ambientalista da salotto”. Pare che una volta arrivati in Parlamento ci sia un filtro magico, una specie di barriera invisibile che, una volta varcata, ti dona il potere della supercazzola, quello che ti permette di rinnegare pubblicamente le tue battaglie di una vita (per le quali magari sei stato pure eletto) con voli pindarici che vanno tutti a parare nella salvaguardia dei deliri di sua maestà il capo del partito, e che convincono incredibilmente pure i tuoi elettori!

I rappresentanti del no profit. Un vero e proprio esercito in questa legislatura, il massimo che hanno ottenuto è una legge delega del governo, ovvero il governo che delega se stesso a risolvere, prima o poi, i problemi del Terzo Settore. Nemmeno il piacere di scriverla loro una proposta di legge vera e propria in Parlamento.

Gli esponenti disabili. Non si sa perchè, non riescono, nemmeno loro, a costringere il loro stesso governo a dare attuazione a un piano (adottato dal Consiglio dei Ministri a Novembre dell’anno scorso) bene accolto da più parti, dalle associazioni, dalle famiglie, e perfino da noi opposizione, perchè il governo non ci vuole mettere soldi (pensate che non ci riesce nemmeno la Biondelli, sottosegretario alle Politiche Sociali, la stessa che prima di far parte del governo Renzi, aveva depositato da deputata ai tempi del governo Letta, una mozione proprio per questo!). Quindi rincorrono se stessi in altre lodevoli, sulla carta, proposte di legge per le quali, allo stesso modo, non ci sarà mai il becco di un quattrino.

I paladini dell’antimafia. Si commentano da sé, non si sono nemmeno timidamente opposti alla commistura con Forza Italia, hanno accettato di buon grado di depotenziare il reato di voto di scambio politico mafioso, il 416ter, che ha visto il suo primo grande successo nel caso di Antonello Antinoro, ex parlamentare della cerchia di Cuffaro, condannato a 6 anni, ma adesso tutto da rifare. Qualcuno li ha poi sentiti riguardo l‘abolizione del vitalizio ai mafiosi (proposta dal M5S)? Come mai avranno votato? E per i magistrati che indagano sulla trattativa Stato-mafia li avete visti sbracciarsi per pretendere maggiore protezione? Li sentite mai parlare dell’argomento?

Deputate di ogni schieramento vestite di bianco per la parità di genere, le donne del Pd. Si sono vestite di rosso contro il femminicidio, poi di bianco per le quote rosa, poi di nuovo di rosso per le donne turche, poi invadono tutte le tv per dire che il grillino De Rosa è sessista, maschilista, e blablabla mentre loro ovviamente avevano tutte le ragioni di questo mondo per urlargli “fascista!” (comportamenti deplorevoli entrambi, delle deputate Pd e del mio collega De Rosa che ha chiesto scusa e rinunciato all’immunità per subire le conseguenze del suo errore), si riempiono regolarmente la bocca di pari opportunità in tempo di campagna elettorale ben piazzate nei posti “vetrina”, e i risultati per le donne si fermano tutti qui.

I giovani del PD. A parte il giovanissimo Lattuca, famoso per il toc toc in testa alla Spadoni, e la Pini terrorizzata dalla nostra mania di rubare nel buio le sedie di Montecitorio (?), che rivoluzione stanno portando dentro quelle stanze i giovani del Pd? Stanno per caso difendendo la scuola? L’università? Tecnologia? Banda larga? Lavoro? Che fanno?

E termino con i pezzi del puzzle più importanti, a mio parere, i paladini dei diritti dei lavoratori! Loro sì che sono i veri pilastri del partito, la base su cui poi hanno costruito tutto il resto, coloro che rappresentano la storia e le battaglie più importanti di cui andare sempre fieri a partire dall’art.18 per dirne uno a caso, quelli che in fin dei conti hanno permesso al Pd di oggi di prendere sonoramente per i fondelli milioni e milioni di italiani. Ancora.

Il Movimento 5 Stelle non è un partito-puzzle, non abbiamo “pupari” che ci assemblano con tutti i pezzi necessari per la propaganda. Abbiamo solo cittadini che scelgono altri cittadini sulla base di un progetto comune, questa è la garanzia che possiamo offrire. Io non sono stata eletta perchè sono una donna, Matteo Dall’Osso non è stato eletto perchè ha la sclerosi multipla, Giorgio Sorial non è stato eletto perchè di origini egiziane, Francesco D’Uva non è stato eletto perchè la mafia gli ha ammazzato il nonno, Chiara Di Benedetto non è stata eletta perchè la più giovane, non siamo pezzi di puzzle.

Siamo componenti di una comunità, intercambiabili, perché portiamo avanti le battaglie che tutti insieme condividiamo. Siamo tutti in Parlamento, questa è la vera RETE. E a giudicare dai risultati funziona molto meglio di un’accozzaglia scomposta di pezzi di puzzle. A riveder le stelle!

Giulia Di Vita
Cittadino portavoce M5S
Camera dei Deputati