20 ottobre 2014

Taglio fondi PAC 2015, rischi per il settore agricolo

Un taglio enorme ai fondi per la PAC 2015 che tocca il mezzo miliardo di euro e che potrebbe dare un colpo basso all’agricoltura europea e italiana in particolare. Proprio in questi giorni, mentre le tardive temperature elevate stanno anticipando la maturazione delle olive, con i primi agricoltori nell'agro di Andria, Bisceglie, Molfetta e Barletta già intenti nelle operazioni di raccolta ed i primi frantoi aaperti (prezzi già intorno ai 50 euro al quintale) arrivano brutte notizie proprio per questo comparto.

Il taglio lineare, giustificato da emergenze in settori strategici come quello energetico, ma anche in ambiti come la cooperazione con paesi terzi o il finanziamento della missione di pace in Russia, non può essere sopportato da un settore, quello agricolo, che sta pagando di tasca propria i circa 344 milioni di misure urgenti usati proprio per far fronte all’embargo russo (colpito il vino e l'olio extra vergine d'oliva pugliese) e che, senza i fondi PAC, rischia di vedere compromessa la propria sopravvivenza.

La politica agricola comunitaria è la madre dell’Europa, ma continua ad essere dimenticata e relegata agli ultimi posti negli interessi di chi è al potere: è sufficiente vedere la diminuzione esponenziale dei fondi dedicati negli ultimi anni per rendersene conto. L'olivivoltura dovrebbe pagare un grande scotto in termini economici.

«Una decisione, quella della Commissione Europea, che speriamo sia revocata anche grazie all’azione del Governo italiano – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), primo firmatario dell’interrogazione parlamentare – al quale abbiamo chiesto, attraverso un’interrogazione indirizzata al Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, di agire durante questi mesi di presidenza europea per fare in modo che a pagare per tutti i problemi dell’Europa, compresa la crisi russa, non siano soltanto gli agricoltori. Forse sarebbe stato auspicabile, prima di avallare l’introduzione delle sanzioni che hanno portato all’embargo, che il Governo italiano avesse chiesto delle garanzie per la nostra economia ed in particolare per la nostra agricoltura, specie considerando – conclude L’Abbate (M5S) – che le misure messe in campo per fronteggiare la crisi dell’agroalimentare sia dall’Ue che dal nostro Paese si sono rivelate tutt’altro che sufficienti».