Nessuna buona
nuova sull'interramento della ferrovia e sulle opere collegate all'ormai famoso
“Grande progetto”. Con una deliberazione di Giunta (n° 1450/2014), la Regione
Puglia ha dovuto riprogrammare gli ormai famosi finanziamenti europei, già
programmati con la deliberazione regionale n° 499 di marzo scorso. L’interramento
della linea e della stazione nel centro urbano con la nuova fermata di Andria
Nord viene, ancora una volta, riportata come opera “spostata” dalla
Programmazione dei Fondi Europei 2007-2013 alla nuova programmazione 2014-2020.
Nonostante le polemiche di questi mesi, gli atti sono lì a parlare da soli.
La novità,
invece, riguarda il raddoppio del tratto “Corato-Andria”, ultimamente oggetto
anche di una osannata deliberazione di Consiglio comunale ad Andria, la n° 51
del 23 settembre 2014. Con la deliberazione regionale n° 1450/2014 del 10 luglio
2014, prima citata, si è dovuto purtroppo procedere ad una suddivisione in due
lotti di tale importante raddoppio ferroviario:
-
Il primo lotto, di circa 14 milioni di euro, rimarrà nell'attuale
programmazione europea;
- Il
secondo lotto, di oltre 21 milioni di euro, viene rinviato alla prossima
programmazione 2014-2020.
Dunque
neanche il raddoppio della linea ferroviaria “Corato-Andria” verrà realizzato
subito, ma in “due tempi”. Il motivo viene chiaramente spiegato nell’atto
regionale di cui riporto, a scanso di polemiche, fedele ripetizione: “l’acquisizione
dei pareri richiesti dalle norme vigenti, ivi compresi gli adempimenti a cura
delle amministrazioni locali interessate dal suddetto intervento, ha
determinato un allungamento imprevisto della fase istruttoria propedeutica
all'avvio delle attività di realizzazione dell’intervento, comportando una
suddivisione del progetto in due lotti”. Sarebbe interessante capire quali
possono essere state queste flemmatiche “amministrazioni locali interessate dal
suddetto intervento”. Come risulta dai verbali della seduta del 23 settembre, secondo
l’amministrazione comunale andriese, le responsabilità ricadono sulla Regione
Puglia e sui comuni di Barletta e Corato. Bene, ma in presenza di un atto
regionale antecedente (del 10 luglio, pubblicato in data 5 agosto 2014),
durante l’approvazione della deliberazione consiliare, avvenuta in data 23
settembre u.s., perché non vi è stato alcun riferimento, né nell'atto approvato
né nella relazione, alla perdita, o meglio, al “trasporto nel successivo PO
FESR 2014-2020”, di oltre 21 milioni di euro proprio del raddoppio
“Corato-Andria”? Non lo si sapeva o lo si sapeva e si è evitato di dirlo? Si
comprende bene che qualunque sia la risposta, il giudizio politico evidentemente
non può che essere negativo.
Davanti
a problematiche così importanti per la città, come la questione ferrovia, non
ci si può limitare a fare il “compitino”, ma si sarebbe dovuto incalzare
incessantemente gli enti “inadempienti” o “perditempo”, applicandosi con
lo stesso “ardore” profuso nell'occasione delle elezioni provinciali (quelle per
pochi intimi), lo stesso impegno che si spende per le prossime regionali e
comunali. Di certo, dopo tanti proclami e promesse elettorali, il dato certo è il seguente: Andria dovrà ancora attendere di essere liberata dai passaggi a
livello e dovrà attendere ancora più al lungo il raddoppio completo
“Corato-Andria”.
Una postilla a proposito di proclami: è illuminante la premessa della deliberazione regionale, dove si legge a chiare lettere che questo Grande Progetto nasceva, con l’inserimento nell'elenco europeo, nel novembre 2007. Una secca smentita, dunque, per gli illustri politici che negli ultimi anni si sono continuamente ma impropriamente attribuiti tutti i meriti. Resta solo la piccola soddisfazione del fatto che l’Autorità di gestione del PO-FESR Puglia ha già inviato il nuovo programma operativo con i grandi progetti al Ministero competente ed alla Commissione europea per le approvazioni di rito, cosa di cui mi sono personalmente sincerato presso l’assessore regionale alla mobilità che al riguardo si è prontamente attivato.
Giuseppe D'Ambrosio
Cittadino portavoce M5S
Camera dei Deputati